L'autore nel libro delinea la figura di André Suarès (1868-1948) poeta, saggista, storico e critico, autore drammatico e musicologo, uno dei pilastri della Nouvelle Revue Française, con Gide, Claudel, Valéry.
Moralista intransigente, provvisto di un’immensa cultura, da vero intellettuale ha assunto posizioni nette nei confronti delle ipocrisie del proprio tempo, fustigandole, a cominciare dall’affaire Dreyfus, denunciando le false prove addotte dai militari e dai politici del tempo. Fu uno dei primi, inascoltato, a rivelare dal 1930 le intenzioni bellicose dei nazifascisti nei confronti della Francia e dei paesi europei.
Ritrattista eccelso, cultore della Beauté e della Grandeur, ha dedicato numerose pagine a uomini illustri del presente e del passato. Così si leggono descrizioni illuminanti dei suoi amati musicisti: Bach, Mozart, Beethoven, Wagner, Debussy; dei grandi autori, come Tolstoj, Dostoevskij, Shakespeare, Cervantes, Pascal, d’Annunzio. Come non mancano i grandi artisti del Rinascimento italiano nella sua galleria d’Arte.
Appassionato conoscitore delle città italiane, verso le quali nutriva una vera adorazione, ha scritto, giovanissimo, Rome, un cantico alla grandezza della capitale d’Italia e alla vivacità del suo popolo alla fine del XIX secolo; Le Voyage du Condottière, considerato dai critici un capolavoro del secolo XX, è composto di tre libri, ciascuno dedicato a tre città italiane e alle loro bellezze: Firenze, Venezia e Siena. Nelle sue dotte descrizioni i monumenti del passato, come le città che visitava, si animano, così i grandi artisti prendono corpo e tornano a nuova vita.