In questi quindici racconti ci confrontiamo con l’egoismo, il desiderio di sopraffazione, la viltà e la meschineria. Ciascuna di queste pulsioni, che appartengono a ognuno di noi, trova modo di manifestarsi in ambientazioni claustrofobiche o desolate, gestualità goffe, dialoghi tesi, ma soprattutto nei moti del corpo che trasuda, eiacula, vomita, defeca, piange, in un chiaro parallelo tra scorie morali e rifiuti corporali. Un’analisi impietosa dei rapporti tra le persone, governati da un individualismo senza incrinature e un reportage all’interno delle zone oscure della psiche umana.