C’era una volta il #selfie è la polaroid del mondo moderno, che ci prepara all’impatto con un universo pandemico distopico e ipnotizzante. È un’istantanea della realta digitale, capace di far vacillare le nostre certezze.
Se i selfie non fossero solo ciò che sembrano? Se rappresentassero di più che una semplice abitudine, se non addirittura una vera e propria malattia, dove finirebbe il mondo moderno?
Nell’epoca dei social network, la scoperta del secolo in campo medico rivelerà una grande minaccia sull’umanità, ormai abituata a manipolare la propria immagine digitale non per descrivere la verità, ma per raccontare una splendida avventura.
Così, in un mondo super connesso come il nostro, educato a fantasticare più che a essere, la storia sopra le righe di questo romanzo correrà il rischio, oltre ogni aspettativa, d’essere vera: raccontare la realtà, inquadrarla nel contesto giocoso di un autoscatto veloce, che diventa un gesto reale, una volontà nascosta, un messaggio diretto. Perché ci vuole talento per fotografare la realtà, ma saperla descrivere attraverso la fantasia, è il più grande “mistero di scrittura” che un lettore possa immaginare.