Un viaggio a ritroso nel tempo, nella Trastevere dell’infanzia e della giovinezza, in un percorso ideale, quello della memoria.
Aurelio vecchio percorre il quartiere con gli occhi del ragazzino che era, respirando un’aria fatta di odori e rumori che hanno costruito un’epoca. La nonna, custode dei ricordi del cuore, delle buone maniere e di un’educazione autenticamente cristiana diventa il baluardo della propria romanità, accanto a immagini fresche di un’ilarità spensierata e del divertimento fatto di niente.
Via San Francesco a Ripa, la Lungaretta, l’Isola Tiberina, ma anche Via Anicia e le rane pescate nel fiume e fatte fritte. Gli amici uguali e quelli diversi, i poveri e i più poveri, i malati mentali e quelli che si voleva far credere che lo fossero, i carcerati e le loro famiglie. I giudii e il ghetto. Tutti questi luoghi e tutte queste persone sono tasselli importanti di un’epoca in cui non si poteva sprecare niente e in cui fiorivano spontanei i sorrisi, i grandi gesti, la solidarietà.