A dieci anni dal primo incontro tra l’Associazione Italiana Maestri Cattolici e Richard M. Liddy al Seminario Nazionale di Abano Terme nel 2008 dove, per la prima volta in Italia, grazie anche alla sollecitazione del Prof. Lucio Guasti dell’Università Cattolica di Piacenza, è stato presentato ai docenti il pensiero di Bernard J. F. Lonergan, viene pubblicata la traduzione del libro “La Luce che trasforma. La conversione intellettuale nel primo Lonergan”.
Il libro si propone di rispondere alla domanda “Che cos’è la conversione intellettuale?”, ripercorrendo il cammino della formazione del pensiero di Lonergan, gesuita canadese, uno dei pensatori cattolici più significativi del ‘900. L’autore invita i lettori a farsi soggetti attivi nella ricerca della personale conversione intellettuale per andare oltre. È così un invito di riflessione rivolto sia agli studiosi del pensiero lonerganiano, sia a chi vive professionalmente la formazione delle giovani generazioni per assumere uno sguardo nuovo verso la consapevolezza dei processi del personale comprendere.
Richard Liddy, un sacerdote dell’Archidiocesi di Newark, è stato insegnante e organizzatore nei Seminari e nelle Università nel New Jersey e a Roma. Attualmente è professore nel dipartimento di studi religiosi della Seton Hall University. Liddy è stato allievo di Bernard Lonergan all’Università Gregoriana di Roma negli anni 1961 e 1962 e ha conseguito il Dottorato in Filosofia in questa Università nel 1970. Ha pubblicato anche studi sul pensiero di John Herry Newman.
Primo capitoloQuesto libro, Conoscenza e azioni dell'intelletto. La conversione intellettuale nel primo Lonergan (Titolo originale: La luce che trasforma. La conversione intellettuale nel primo Lonergan), traccia le origini del termine “conversione intellettuale” nei primi scritti di Bernard Lonergan su Platone, S. Agostino, J. H. Newman e, infine, Tommaso d’Aquino. Mostra anche l’esplicita comparsa del termine nelle sue analisi della scienza moderna fino alla pubblicazione del suo Insight: uno studio del comprendere umano nel 1957.
Lonergan visse nel ventesimo secolo (1904-1984), ma il suo pensiero continua a esercitare influenza nel ventunesimo secolo. Attualmente, ci sono più di 40 centri o istituti intitolati a Lonergan in tutto il mondo. Inoltre, la Stampa dell’Università di Toronto porterà a compimento a breve la pubblicazione dei 25 volumi della Raccolta di Opere di Bernard Lonergan. Le citazioni delle opere di Lonergan sono tra le più frequenti nelle riviste di teologia.
Perché? Perché questa crescita lenta, ma continua nell’influenza di questo filosofo-teologo canadese? Credo che sia perché egli è colui che più chiaramente, nel contesto della cultura contemporanea, ci ha rivelato a noi stessi. Nel mezzo di questa cultura post-illuminista e post-moderna, egli ci ha insegnato di noi stessi e di come essere noi stessi, mentre cerchiamo di trovare la nostra via tra le tante correnti del pensiero contemporaneo. Poiché, non è facile conoscere noi stessi ed essere noi stessi, mentre siamo divisi da una parte e dall’altra da così tante diffuse filosofie inserite in profondità nella nostra cultura. Consumismo, scientismo, riduzionismo e così tanti generi di oscurantismo ci attaccano su tutti i lati. Solo una filosofia che può aprirsi un varco attraverso queste diffuse filosofie e rivelare i loro limiti, può aprirci a una saggezza data-da-Dio su noi stessi, sul nostro mondo e sul nostro Dio. Allo stesso tempo, radicata nei primi studi di Lonergan di Platone, Aristotele, Agostino, Tommaso d’Aquino e Newman, è una saggezza “sempre antica, sempre nuova”. È un nesso tra il vecchio e il nuovo. Come una volta scrisse Lonergan:
È destino che si formi una solida destra che è determinata a vivere in un mondo che non esiste più. È destino che si formi una sparpagliata sinistra, incantata ora da questo, ora dall’altro nuovo sviluppo, esplorando ora questa ora quella nuova possibilità. Ma ciò che conterà è un centro forse non numeroso, abbastanza grande da sentirsi a casa sia nel vecchio sia nel nuovo, abbastanza scrupoloso da elaborare una per una le transizioni da compiere, abbastanza forte da rifiutare le mezze misure ed esigere soluzioni complete anche se deve attendere.1
Sono convinto che la conversione intellettuale sia al cuore del pensiero di Lonergan. Questo libro fornisce una breve introduzione a questo tema importantissimo. È anche un preludio a brevi “introduzioni” verso l’auto-appropriazione trovata in opere quali Phenomenology of Human Understanding di Brian Cronin (2017) e Towards Self-Possession: Being at Home in Conscious Performance (2015)2 di Mark Morelli. Libri come questi sono contributi preziosi al programma che Lonergan iniziò precocemente nella sua vita e che continuò a seguire in un modo o nell’altro per il resto della sua vita. Dopo aver descritto le operazioni umane dell’esperire, comprendere, giudicare e decidere e il metodo empirico generalizzato in relazione agli altri metodi, egli aggiunse:
Il nostro scopo è di mettere in luce lo schema entro cui queste operazioni si verificano e di fatto ciò non è possibile senza uno sforzo e un’attività in misura eccezionale da parte del lettore. Egli dovrà rendersi familiare con la nostra terminologia. Dovrà richiamare nella sua propria coscienza le operazioni indicate. Dovrà scoprire nella sua propria esperienza le relazioni dinamiche che conducono da un’operazione all’altra. Altrimenti non solo questo capitolo, ma tutto il libro gli riuscirà non molto più illuminante di quanto un cieco non possa trovare illuminante una lezione sul colore.3
In una nota correlata, egli scrive:
Si tenga presente che qui dò soltanto un compendio, che il compendio non può far di più che presentare un’idea generale, che il processo dell’auto-appropriazione avviene solo lentamente e, di solito, solo attraverso il confronto serrato e faticoso con un libro come Insight.4
Certamente, non ci sono altri libri quali Insight. Ma sempre di più ci sono libri che possono contribuire a far luce su Insight e sul movimento che Insight ha iniziato. Mi auguro che la traduzione Italiana di questo studio possa contribuire a quel movimento.
Infine, vorrei ringraziare in particolar modo il Professor Lucio Guasti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, il Prof. Pierpaolo Triani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piancenza e Brescia; Graziano Biraghi, Maria Cristina Pessa e Nadia Bettin dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici e la Signora Alessia Sambo per il loro contributo nel portare a compimento questa traduzione. Tutti i soci dell’AIMC che hanno reso possibile la pubblicazione di questo testo.
Sono onorato dal loro lavoro e dai loro sforzi per rendere il nome di Bernard Lonergan più conosciuto in Italia e oltre.