Ci sono luoghi che, per le loro diversificate bellezze, alimentano quella sottile sensazione di piacere che inonda il viaggiatore quando assapora il gusto della scoperta. Cori è uno di questi. La breve guida dedicata alla città, che arricchisce con un nuovo volume la collana del Grand Tour, costituisce, con la sua propensione a narrazione per immagini, un vademecum ad uso dell’escursionista contemporaneo che, come un Grand tourist dei secoli passati, spenda il suo tempo, purtroppo sempre più limitato dalla frenesia della nostra epoca, per l’esperienza conoscitiva di questo piccolo centro dei Monti Lepini.
La storia, il paesaggio, l’urbanistica, i principali monumenti, il costume, la devozione si susseguono in rapida successione per offrire, nel rispetto della tradizione storica e degli attuali studi scientifici sul territorio, una visione d’insieme.
Cogliere lo spirito del luogo nella sua interezza, capire la città di oggi grazie alle testimonianze di ieri, è il fil rouge per mezzo del quale si desidera sospingere il lettore verso una sana curiosità conoscitiva. La stratificazione visiva, che offre questo breve ma non esauriente lavoro, è un incipit alla scoperta di un piccolo gioiello del territorio laziale, non poi così lontano dalla capitale.
è un invito a vagabondare senza meta tra i caratteristici vicoli e le innumerevoli piazzette, perché più forte sia l’emozione della rivelazione.
È riconoscere l’identità culturale nella quale si rispecchiano i suoi abitanti, schietti e generosi.
Molti viaggiatori sono passati per Cori, ma quello che meglio ha saputo consegnarci la sua atmosfera, è stato Ferdinand Gregorovius nelle sue Passeggiate per l’Italia: «Passare un’estate a Cori sarebbe delizioso perché l’aria è fresca e balsamica, buono il vino e le frutta così abbondanti che per un baiocco si possono avere 26 ottimi fichi. Cori non è molto visitata dai Romani che preferiscono Frascati ed Albano, pochissimi sono quelli che conoscono le bellezze della loro regione... Lasciai Cori e mi promisi di tornarvi per vivere qualche tempo in mezzo a questa classica pace».
Farsi cullare dalla memoria del territorio, teatro di tante vicende, ma anche godere, in cima alla collina, dello splendido panorama, che nelle giornate terse spinge lo sguardo fino al mare, è un po’ come ascoltare la voce di questa città e ricongiungersi con la sua antica grandezza.