Il curricolo è l'ambito decisivo su cui si misura l'autonomia della scuola per la qualità dell'apprendimento degli studenti. Al di là del percorso istituzionale e sociale, nel libro si è scelto di far emergere ciò che è ritenuto essenziale per il percorso di costruzione della conoscenza e per lo sviluppo della formazione del soggetto. Al centro è posto il valore dell'apprendimento a partire dal metodo trascendentale proposto da Bernard Lonergan come ipotesi formativa che si propone di far emergere le esigenze e le possibilità offerte dalla mente umana per sottolineare ciò che è fondativo e comune a tutti gli uomini. Si evidenzia un'idea nuova di curricolo fondato sulla dimensione unitaria della coscienza, che si esprime per significati attraverso il dinamismo di esperienza, l'intellezione e il giudizio. Risulta decisiva, quindi, la dimensione metodologica del processo di formazione verso il "bene umano". Su questa base si affrontano i temi decisivi per l'elaborazione del curricolo: itinerario metodologico verso la consapevolezza del soggetto, rapporto tra cultura generale e aree disciplinari, con attenzione alla qualità delle conoscenze e dei metodi che animano e articolano le operazioni mentali compiute dal soggetto. Ne risulta una proposta curricolare interessante e nuova per la scuola e la didattica.
Lucio Guasti (1940), già professore di Didattica Generale presso la Facoltà di scienze della Formazione Primaria dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.
Primo capitoloNel seminario di settembre del 2003,1 che aveva come oggetto di riflessione il tema: “Problemi di teoria e di progettazione del curricolo. Conversazione con Bernard Lonergan”, avevo preparato una relazione finalizzata a introdurre l’argomento e ad avere, da Lonergan, risposte alle domande che venivano presentate.
Sono passati da allora dieci anni e per altre dieci volte abbiamo riflettuto collegialmente sul suo pensiero da diverse angolature. Ritengo ormai che si possa trarre una conclusione rispetto agli interrogativi allora posti; quesiti che qui ripresento nella forma dell’introduzione (Cap. 1: Le domande) perché li ritengo ancora funzionali all’obiettivo e coerenti con l’impostazione metodologica del suo pensiero.
La linea, sulla base della quale ho sviluppato le argomentazioni che presento, è quella del rapporto tra la teoria di Lonergan e la possibilità di strutturazione di un curricolo. In base a questa scelta ho considerato come testo di riferimento “Topics in Education” e naturalmente, come base teorica i suoi testi fondamentali, in particolare Insight, Understanding and Being e Method in Theology. Ma il dialogo tra le domande e le risposte avviene con Topics in Education a causa delle sue peculiari caratteristiche rispetto al tema dell’education.
La prima riguarda il suo rapporto con l’uditorio: si tratta di conversazioni rivolte ad insegnanti; la seconda riguarda lo stile: è frutto di un linguaggio diretto, registrato e sistemato a posteriori; la terza concerne la scelta dei contenuti che sono stati scelti. Ed è proprio su questo terzo punto che si concentrerà maggiormente la mia attenzione.
Mentre la conversazione può lasciare margini di maggiore libertà nello svolgimento del tema e anche di flessibilità nei riferimenti concettuali, persino qualche ambiguità nello sviluppo linguistico, la struttura del volume è intenzionale e non credo che possa essere soggetta a fraintendimenti perché quei temi sono stati considerati prioritari ed essenziali per comunicare la riflessione che l’Autore ha compiuto rispetto alla richiesta che gli era stata rivolta.
Lonergan si presenta pertanto con un organum teorico molto strutturato - ha ormai una bibliografia di riferimento molto vasta -, nel quale è presente una riflessione sulle tematiche educative pur non avendo esse rappresentato l’oggetto centrale delle sue finalità di ricerca scientifica. Considero invece importante tale oggetto solo apparentemente periferico, proprio per i connotati di immediatezza che presenta, una forma di feedback del suo disegno teorico. Credo che Topics in Education possa essere considerato la proiezione operativa delle intenzioni proprie di una teoria della formazione.
Quasi tutti i filosofi si sono concessi una riflessione, a margine delle loro tesi, finalizzata al “come fare” rispetto al sistema teorico costruito. Il mio interesse per la proposta di Lonergan dipende dal fatto che nel suo pensiero si ipotizza un “come fare” teorico pensato per tutti, in qualunque situazione e ad ogni latitudine, dove sembra possibile fare incontrare una base comune a tutti e differenti visioni della realtà.
Vorrei anche ricordare qui che i commenti accademici sulla sua teoria generale sono molti, mentre sono pochi quelli sulla sua filosofia dell’educazione, e ancor meno quelli sull’ipotesi di curricolo. Io intendo dedicare il mio testo a questo terzo punto perché ritengo che il sistema formativo contemporaneo - quello più formale, che comunemente chiamiamo “scuola” e “università”- abbia bisogno di un ripensamento. Il mio campo curricolare si rivolge direttamente alla scuola.
L’elenco degli argomenti è pertanto dipendente dai problemi del curricolo e dalle domande che esso pone. Ho scelto quegli interrogativi che mi sono sembrati cruciali per il cambiamento in corso. Ho posto domande e ho cercato qualche possibile risposta.