Il presente lavoro vuole essere una sintesi ragionata di una serie di incontri di formazione, tenuti in diverse scuole, durante l’evolvere delle stagioni di riforme scolastiche, attivate dai diversi Ministri della pubblica istruzione, che si sono avvicendati nel periodo dal 1999 al 2019.
Il testo riserva particolare attenzione alle motivazioni filosofiche della nuova didattica che vuole privilegiare la formazione mentale e intellettuale dei discenti, orientata all’apprendere ad apprendere e alla costruzione delle competenze come premessa per essere costruttori, essi medesimi, di conoscenza.
Nella seconda parte, in dimensione di massima concretezza, si è voluto dare ai docenti in particolare una serie di suggerimenti operativi per l’elaborazione della relativa progettualità educativo-didattica.
Primo capitolo
Il presente lavoro vuole essere una sorta di “passeggiata pedagogica”, condotta mediante un breve excursus storico tra riflessioni filosofiche e stagioni riformistiche, più o meno parallele all’effettivo evolvere dei tempi nelle sue espressioni culturali e sociali.
L’arco di tempo considerato è riferito all’ultimo ventennio (1999-2019) e muove dal D.L.vo 275/99, concernente il “Regolamento recante norme in merito all’autonomia organizzativa e didattica delle scuole”, per approdare alle attuali Indicazioni nazionali e nuovi scenari, di diretta derivazione e continuità con le Indicazioni nazionali 2012, quale base programmatica per lo sviluppo del curricolo per la scuola dell’infanzia e del I ciclo d’istruzione.
Le riflessioni suggerite conducono verso un attento ripensamento delle funzioni del docente e del dirigente scolastico, chiamati a rendere concrete e produttive le azioni di scuola e di aula, rispetto a una proposta educativa di grande respiro pedagogico che conduce alla realizzazione di quello che, attualmente, appare come il traguardo formativo più ricco di significati, capace di tradurre conoscenza e metacognizione, nella processualità concreta e reale delle operazioni mentali e intellettuali.
In tale processualità, si concretizza l’invito a maturare competenze e a favorire, negli alunni, la conquista delle stesse, cogliendo e amplificando capacità e predisposizione in ordine all’acquisizione di abilità che, mediante l’esercizio, vanno a sostenere conoscenze, esperienze, pratiche esperte e tutto ciò che afferisce a specifiche governance che trovano, nell’atteggiamento mentale alla metacognizione, il proprio punto di forza. A tutto questo va aggiunto e sottolineato l’elemento di snodo delle nuove proposte didattiche, che trova, nel presente lavoro, una concreta attuazione laddove il docente vorrà rendere effettiva e pienamente operativa la valutazione autentica.
Per prima cosa ci si chiederà cosa s’intende per valutazione autentica. Per dirla con il prof. Mario Comoglio, tale dimensione valutativa vuole estrinsecarsi attraverso il pieno coinvolgimento dell’alunno, in modo da rendere insegnamento e apprendimento processi interconnessi e interscambiabili. Ciò, non solo, rende pienamente partecipe l’alunno, in quanto perfettamente consapevole, rispetto al percorso di apprendimento, ma favorisce, altresì, la sua piena partecipazione al percorso medesimo, in cui la dimensione formativa poggia concretamente su importanti feed-bach tali da sostenere apprendimento, crescita culturale e creatività.
Tutto questo sviluppo, condotto mediante specifiche riflessioni pedagogiche e didattiche di tipo applicativo, viene proposto attraverso la rilettura trasversale delle diverse stagioni riformistiche che, nel periodo considerato (1999-2019), ha visto all’opera non solo diversi Ministri, da Berlinguer alla Moratti, da Fioroni alla Gelmini, fino al tempo presente con l’ingresso del Ministro Bussetti, che ha già annunciato interessanti novità in merito, coinvolgendo, altresì, accademia e professionisti esperti di scuola.
Ciò che resta come prodotto di un filone unitario della grande ricchezza che il discorso pedagogico del nostro tempo ha maturato è l’innegabile avanzamento, sul piano della crescita in consapevolezza e fiducia nel compito affidato alla scuola cui, purtroppo, fanno eco una persistente e diffusa debolezza, sul piano didattico e applicativo, nel perseguire e rendere effettive le più volte sottolineate conquiste pedagogiche dell’inizio del terzo millennio.
Auspichiamo che questo nostro modesto lavoro riesca utile, in più modi, in particolare ai docenti, che ogni giorno si pongono, in scienza e coscienza, di fronte al compito istituzionale proprio della scuola e alle attese degli alunni, nonché delle rispettive famiglie e della società tutta.