Giro di vite ha in mente una missione: dare senza chiedere, desiderare la felicità di un popolo a tal punto da mettersi in pericolo e rischiare la propria vita per difendere la pace di un paese.
La missione di questo romanzo non finisce quando le azioni sono incapaci di modificare le cose, perché oltre il corpo c’è sempre l’anima: che ha la forza di cambiarle. Essere al servizio degli altri è il terzo cromosoma di ogni essere umano, un corredo genetico a ricordarci che siamo qui, sempre e comunque, per qualcuno. Per questo lottare per i diritti umani significa restare fedeli a noi stessi senza fermarsi alle apparenze, come ci insegna Giro di vite e come sanno fare i protagonisti di questa storia al cardiopalma, coinvolti in una lotta alla criminalità mai ingaggiata prima.
Un romanzo profondo, vero, un intreccio di storie d’amore e di vita vissuta che trasformano la paura in coraggio di accettare che amare significa anche un po’ “morire”, decentrarsi, rispettare la dignità di ogni essere vivente e lottare, lottare sempre contro un nemico più grande di noi, che sia il dolore, l’ingiustizia o la sopraffazione. Perché, come recita un proverbio indiano: se scegli un nemico grande, ti costringerà a crescere per affrontarlo.