“Erano già le tre del pomeriggio quando il mio osservatore gridò ‘Crucchi!’… Guardai attraverso il cannocchiale sul fucile; due crucchi, in posizione del tutto eretta, uscivano dalla foresta… Trattenni il respiro. Sparai, ma troppo in fretta e mancai il colpo. Ricaricai subito e sparai ancora. Questa volta la pallottola andò a segno. Uno dei crucchi cadde. L’altro strisciò indietro, verso la foresta.
Nonostante l’avessi visto con i miei stessi occhi e lo avessero visto anche gli altri, non potevo credere di aver ammazzato un crucco con le mie stesse mani. In che stato d’animo ero quando tornai! Le ragazze corsero a congratularsi con me.
Il comandante di compagnia mi inviò i suoi ringraziamenti… Da un lato ero contenta di aver aperto il mio ‘conto’, dall’altra, uccidere un essere umano, anche un nemico, ti cambia… Tutta la notte ebbi la nausea e tremavo per i brividi, cercando di non pensare alla prima uccisione. “ Yulia Zukhova
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