Perseguitato dal tarlo del collezionismo, in tanti anni di ricerca e di sacrifici ho tappezzato il mio studio di quadri, incisioni, libri e oggetti dei viaggiatori del Grand Tour, che hanno ritmato il dipanarsi della mia vita e troppo sovente mi hanno distratto, complice e consenziente, dagli impegni forensi.
Collezionare opere d’arte rappresenta la materializzazione di un vero e proprio “tarlo”, che implica alla base una riflessione culturale alimentata da inevitabili sollecitazioni tese alla ricerca sempre più mirata per la realizzazione di una raccolta ritenuta superflua per tutti tranne che per me, al punto da considerarla addirittura vitale perché, come suggeriva Oscar Wilde, a tutto si poteva rinunciare tranne che al superfluo o meglio a tutto si poteva resistere tranne che alle tentazioni... e il miglior modo per appagarle era cedergli.
Una collezione, per essere tale, deve raccogliere in sé elementi che si completino a vicenda – quasi tessere di un mosaico la cui scena compositiva è ancora tutta da definire – e che nella loro pur autonoma valenza e struttura abbiano qualcosa che le amalgami l’un l’altra, incanalandole verso un unico punto di incontro rappresentato dal tema prescelto, ossia i veri “compagni di viaggio” nel Grand Tour.
E poiché ogni scoperta, ogni acquisizione, ogni rinuncia è stata un pulsare di sentimenti, una accelerazione del ritmo dell’animo in un’eterna lotta con la morte, consapevole di questa e quasi sfidandola, nell’illusione di essere più forti anche di lei, sarebbe stato bello, come ultimo “vezzo”, che le pagine di questa piccola raccolta rimanessero unite per celare e disvelare lentamente il contenuto della stessa.
Avrei così ricreato, per quanto possibile, con l’incalzare di un compiacente quanto provvidenziale tagliacarte, i ritmi e le pulsioni di quei momenti irripetibili che hanno accompagnato e quasi scandito la raccolta, rendendo eterno un attimo e folgorando in un attimo l’eternità ma, faticando io stesso a rintracciare il desueto “strumento”, ho accantonato tale velleità che conserverò idealmente solo per me.