Il libro, curato da Francesca e Vincenzo De Caprio, è una coedizione con l’Istituto Nazionale di Studi Romani.
Nella prima metà dell’Ottocento, al tramonto del Grand Tour, a partire dai racconti dei viaggiatori i briganti laziali conquistano la scena europea e nordamericana nella letteratura, nella musica, nelle arti figurative. Gli scritti qui raccolti studiano le loro immagini nate attraverso il filtro della fantasia e delle mitologie degli intellettuali romantici. Storici, antropologi, storici delle letterature europee, della lingua, della musica, dell’arte, fanno convergere le loro ricerche colmando un vuoto storiografico. Invece di dedicarsi come in passato alla realtà storica dei briganti e al loro rapporto col territorio, questi studi si concentrano sul relazionarsi dei briganti laziali con universi mentali “altri”. Da questo nesso nascono nuove immagini dei briganti laziali, in cui si sedimenta l’eco di tradizioni culturali diverse e si proietta l’ombra del mito romantico dell’eroe negativo, affascinante perché in lotta contro la società e i suoi valori consolidati.