L’obiettivo è la democrazia larga, che consiste soprattutto in un ampliamento di orizzonti e nella costruzione di nuove visioni prospettiche.
La democrazia larga è un sistema di forze, fondato sul principio paritario e in quanto tale capace di assorbire la gran quantità delle domande sociali. Essa s’identifica con la stessa comunità di riferimento; la sua forza sta nell’essere democrazia-comunità e quindi le sue azioni saranno rivolte a risolvere i problemi di quella comunità.
La democrazia larga è un movimento, che si pone l’obiettivo di creare un’area nello spazio pubblico e politico, in cui confluiscano tutte le migliori risorse della democrazia, un’alleanza tra le forze del progresso, su cui ricostruire un nuovo protagonismo e una nuova rappresentatività, capace di spezzare il legame politico-affaristico.
La democrazia larga non è la negazione della rappresentatività; al contrario è il suo arricchimento. Non è la dispersione dell’operare democratico, ma è una raccolta di forze. Non è la concessione ad una miriade di rappresentazioni sociali disordinate e confuse, ma la costruzione di programmi di governo più adeguati e condivisi.
La democrazia larga e positiva, poiché sarà chiamata permanentemente a gestire un complesso di forze ed a rispondere alle loro molteplici esigenze, diventerà sempre più una struttura, non un luogo immateriale, ma una condizione materiale, cioè un fattore strutturale delle istituzioni e della politica e in quanto tale ha bisogno di risorse per essere amministrato.
Le amministrazioni pubbliche devono incominciare a pensare all’attribuzione di deleghe alle pratiche partecipative; i governi alla creazione di dicasteri con incarichi per lo sviluppo della partecipazione democratica. I partiti dal canto loro e le stesse associazioni devono prevedere, nelle loro strutture organizzative, responsabili della partecipazione.