Nel luglio del 1920 lo zurighese Paul Scheuermeier varca il confine a Ponte Chiasso per iniziare la sua avventura italiana, che lo porterà a viaggiare, nell’arco di 15 anni, lungo tutta la penisola per i rilevamenti dell’Atlante linguistico ed etnografico dell’Italia e della Svizzera meridionale. Di ogni regione egli visita i centri ritenuti più significativi dal punto di vista linguistico, raccogliendo informazioni sui termini dialettali, sulla loro pronuncia e sulle loro relazioni con la vita e il lavoro dell’Italia di quegli anni, ancora in assoluta prevalenza rurale. Tra le regioni italiane, la Lombardia è stata certamente una di quelle in cui più ricca è la documentazione raccolta, comprendendo più di 500 fotografie e un’ingente mole di dati linguistici ed etnografici. Nel volume sulla Lombardia occidentale, sono compresi documenti, più di 200 fotografie e 90 disegni realizzati in Valtellina, sui laghi di Como e Maggiore, nel Milanese e nelle campagne pavesi: in tutto 24 località visitate (a una delle quali, Civello, è dedicato un ampio approfondimento etnografico), nelle quali Scheuermeier interroga i suoi “informatori”, scelti con cura tra gli abitanti, secondo gli obbiettivi che egli stesso illustra: “non si voleva conoscere soltanto il termine con cui erano denominati i vari oggetti, ma anche la loro forma, il materiale con cui erano fatti e lo scopo a cui servivano. Determinati lavori, come la preparazione del formaggio, la vendemmia e la coltura delle patata, vennero descritti nelle loro varie fasi. [...] Oltre a una descrizione per mezzo di parole era però necessaria anche una descrizione per mezzo di immagini. A questo scopo i ricercatori [...] cercavano di fissare con la macchina fotografica tutto quanto appariva utile e interessante”. È grazie a questa impostazione “a tutto tondo” che il lavoro di Scheuermeier si presenta oggi come una delle raccolte più ricche e complete di dati coerenti e sistematici per quanto riguarda non solo la lingua ma anche le condizioni socio-economiche e le tecniche del lavoro agricolo nei primi decenni del ’900. Fondamentale è in questo senso l’apporto delle fotografie, vero e proprio testo di una ricerca di antropologia visuale, ricca di informazioni, oltre che sulla realtà etno-antropologica, anche sul paesaggio rurale dell’epoca.
a cura di Fabrizio Caltagirone, Glauco Sanga, Italo Sordi. Contributi di F. Caltagirone, G. Sanga, F. Scianna, I. Sordi.
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