Giovanna di Savoia, figlia di re Vittorio Emanuele III e moglie dello zar Boris III, fu zarina di Bulgaria in uno dei periodi più tormentati della penisola balcanica e dell’Europa intera. Con La Principessa dei libri si entra nelle pieghe della Storia della penisola balcanica, una aggrovigliata matassa geopolitica, risultato di migrazioni, di spostamenti forzati, una variopinta mescolanza etnica di popolazioni diverse tra loro nella storia, nella lingua, nella religione, nelle tradizioni e nella cultura. Dell’amore verso i libri Giovanna scrisse: «Vorrei che la giornata fosse di quarantotto ore, ventiquattro da dedicare alle cose correnti della vita e ventiquattro alla lettura. I libri mi hanno aiutata, come amici incapaci di ingannare, in drammatiche circostanze della mia vita, i libri mi hanno salvata durante i due terribili anni trascorsi sotto il comunismo nel paese di cui ero ancora regina e di cui mio figlio era, sia pur formalmente, il re. Dietro di me, con tante care persone travolte, ho lasciato quasi tutti i miei amici: i libri».