Questo libro nasce con l’intento di riflettere sullo status dell’interprete e consente di comprendere come l’attività ermeneutica sia una categoria capace di dar conto della pluralità e dinamicità dell’esperienza umana. Ciò al fine di impedire una lettura monocromatica della realtà.
Al riguardo, determinante è stata la sensazione di quanto fossero bisognose di completamento le tradizionali trattazioni dei teorici dell’arte, della letteratura e del diritto, tese perlopiù ad appiattire le questioni esegetiche su un orizzonte di certezze e di dogmi. Il rimedio a questo “difetto” è consistito nell’individuare alcuni modelli da sottoporre a uno studio critico, adatti a sollecitare domande e a sviluppare un dibattito, più che a fornire risposte ben confezionate su argomenti controversi.
Così, a partire da uno studio comparato delle opere di Velázquez, Cézanne e Kandinskij, passando per la poetica giuridico-musicale di Emilio Betti e Salvatore Pugliatti, fino ad arrivare alla filosofia del gioco di Johan Huizinga e di altri teorici, si affrontano problemi e tematiche odierne, condizionati dai riflessi delle passate esperienze, per proiettarsi verso la scoperta dei valori compositivi dell’uomo.
Il mondo delle certezze si sta disfacendo sotto gli occhi di ciascuno di noi. Ciò esplicita un processo di rafforzamento dell’autonomia dell’interprete nei riguardi della realtà, al fine di ovviare ai limiti che in passato hanno colpito l’approccio esegetico tradizionale. Da qui il titolo del libro.