In questo libro rivive la Matera degli anni ’50 -’60 del secolo scorso quando ancora la città si identificava col titolo di “Capitale contadina”. Era la Matera dei rioni storici dove un’umanità caleidoscopica, nel contempo pagana e cristiana, ancora arcaica negli usi e nei costumi, sofferente e marginale, era radicata da millenni nella terra dei calanchi, ma stava per approdare alla modernità. Una città, che si ritrova nel Cristo di Levi, in cui la comunità sa, e ha sempre saputo, esprimere maestranze artigiane di cartapestai ai quali affida annualmente la costruzione di quel “Carro Trionfale della Bruna” che, ogni 2 luglio, viene “immolato” a fine serata nella piazza centrale. A Matera e alle tre famiglie materane di cartapestai, decoratori, ritrattisti ed ebanisti che hanno lasciato segni indelebili nella microstoria della città, Francesco Niglio dedica le sue pagine.
Francesco Niglio nasce a Matera l’ultimo sabato di giugno del 1939. Dopo gli studi classici si laurea in Lettere. Docente sino al 1996, affina negli anni le sue passioni, divenendo un profondo conoscitore della letteratura e della storia antica. Nel 1973, inizia la sua attività di scrittore con una pubblicazione su Pablo Neruda a cui seguiranno altri numerosi scritti tra cui un testo sul poeta Dario Bellezza, scrittore e drammaturgo. La passione per la musica che da sempre lo accompagna si sposa con quella per la storia, spingendolo a suonare la chitarra da autodidatta – noti i suoi duetti con i fratelli Pietro o Tommaso nelle loro Ensamble Jazz – ed insieme a raccontare la storia della musica e delle vicende ad essa legate con il rigore proprio dello storico. Nascono così testi dedicati al melodramma italiano, all’operetta e alle canzoni. Nel 2015, pubblica la prima edizione di Note di Napoli e, nel 2017, il volume Il crepuscolo dell’iguana, in cui descrive il cammino dell’uomo su Gaia attraverso personificazioni, metamorfosi, cosmogonie e filosofie della natura.