Terre a lungo contese, ricche di storia e di tradizioni gastronomiche, i Colli Bolognesi sono un universo variegato e affascinante. Dal Lido di Casalecchio a Villa Griffoni di Sasso Marconi,
passando per la natura rigogliosa di Monte San Pietro e le terre degli Albergati di Zola Predosa, finendo nel grande comune di Valsamoggia in tutte le sue municipalità, queste zone hanno una identità forte e riconoscibile che abbiamo voluto raccontare in questo volume. Personaggi storici (partendo da Guglielmo Marconi, passando a Matilde di Canossa fino a Gino Pellegrini, lo scenografo di Hollywood), luoghi simbolo e festività tra le più seguite e iconografiche della provincia di Bologna compongono questo mosaico in cui si sono mossi i ventiquattro autori (e i due gruppi di scrittori) utilizzando il racconto mistery in tutte le sue declinazioni.
Ma la grande tradizione della cucina dei Colli Bolognesi non è solo raccontata: tartufo bianco pregiato, mortadella, uva saslà, cioccolato, caciotta, miele e marrone biondo sono alcuni dei tesori che nasconde questo libro.
Al termine di ogni racconto c’è la ricetta da provare perché passare dalla carta al piatto
è il più bel regalo che possiate fare a qualcuno.
Rete di Pro Loco “Reno Lavino Samoggia”
Nove Pro Loco unite per promuovere le Colline
tra Bologna e Modena
La Rete delle Pro Loco “Reno Lavino Samoggia”, nata nel 2017 su impulso della legge regionale 5/2016, opera in maniera coordinata sull’intero territorio collinare dell’Unione “Reno Lavino Samoggia” composta dai Comuni di Casalecchio di Reno, Monte San Pietro, Sasso Marconi, Valsamoggia e Zola Predosa. La “Rete” è formata da nove associazioni: Pro Loco di Casalecchio Insieme Meridiana, Pro Loco Monte San Pietro, Proloco Sasso Marconi, Pro Loco Zola Predosa, Pro Loco Bazzano, Pro Loco Castello di Serravalle, Pro Loco Crespellano, Pro Loco Monte San Pietro, Pro Loco Monteveglio, Pro Loco Savigno.
Questa iniziativa importante e innovativa mette quindi “in rete” nove Pro Loco unite dall’obiettivo di rafforzare la collaborazione tra loro e tra soggetti istituzionali e associativi del territorio per ampliare la promozione culturale e turistica dell’area dell’Unione Reno Lavino Samoggia, composta da cinque comuni con 404,4 Kmq di superficie e 111.531 abitanti.
Obiettivo della “Rete” è quello di realizzare attività di promozione congiunta del territorio delle Colline tra Bologna e Modena e delle sue eccellenze artistiche, ambientali ed enogastronomiche, mediante eventi, iniziative e progetti specifici.
Cosa facciamo? Eventi, ma non solo!
La Rete di Pro Loco “Reno Lavino Samoggia” ha partecipato con risultati positivi ai bandi regionali realizzando importanti progetti nell’ambito turistico e culturale, pubblicazioni e materiali promozionali. Le Pro Loco aderenti organizzano annualmente eventi dedicati alla promozione del territorio e alla valorizzazione dei prodotti tipici, nonché occasioni di animazione culturale e territoriale, e tutte insieme organizzano eventi “di rete” che coinvolgono l’intero territorio.
Con chi lo facciamo?
Volontari, cittadini, associazioni, scuole, realtà culturali, strutture ricettive, ristoranti, agriturismi, tour operator, cantine, Comuni, Città Metropolitana, Regione, UNPLI, associazioni di categoria, la parola d’ordine è: Collaborare! Le porte delle nostre Pro Loco sono aperte a tutti coloro che amano questo splendido territorio e desiderano dare forma e sostanza alle proprie idee e proposte.
Concludiamo la nostra presentazione, ringrandoti per aver scelto di scoprire il nostro meraviglioso territorio con il libro “Misteri e Manicaretti sui Colli Bolognesi” e ti auguriamo una buona lettura... e buon viaggio!
I Volontari della Rete di Pro Loco “Reno Lavino Samoggia”
Casalecchio Insieme Proloco Meridiana
Pro Loco di Bazzano
Pro Loco di Castello di Serravalle
Pro Loco di Crespellano
Pro Loco di Monte San Pietro
Pro Loco di Monteveglio
Pro Loco di Sasso Marconi
Pro Loco di Savigno
Pro Loco di Zola Predosa
Info e contatti: www.collinebolognaemodena.it
Facebook e Twitter: “Colline tra Bologna e Modena”
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Bazzano (Valsamoggia)
L’araba Giuditta
di Silvia Brizio e Oussama Mansour
1
Lo detestavo, non ce la facevo più. E però lo amavo, anche. Forse avrei potuto resistere ancora, ma ormai è andata così.
Sapevo che sarebbero arrivati subito da me. Speravo di avere ancora un po’ di tempo, per riprendermi, per fare una faccia normale, che non insospettisse. Invece sono arrivati presto.
Hanno detto che l’ha trovato un tizio che passava da lì, sul lungo fiume, stamattina alle sette. Tre coltellate ben piazzate, ieri sera tra le 19.30 e le 21.30, ha detto il medico legale. Il cuore mi si gonfiava in gola e con le lacrime mi usciva un grido che non potevo trattenere. Ma quello continuava a parlare. Il coltello non l’hanno trovato. Come fanno a dire chi è stato? Troveranno le mie tracce su di lui? Sono la moglie, è normale.
Mi hanno bombardata di domande, senza rispetto per la mia disperazione. Ho detto a quel poliziotto, Fabbri si chiama, che Maurizio era uscito di casa ieri sera verso le sette. E poi sì, poteva starsene fuori tutta la notte senza avvisare, non mi preoccupavo. Ma come, diceva quello, senza avvisare? Sapesse ormai da quanto tempo, chi se ne fregava più. Eravamo d’accordo così, gli ho detto. Ma quello mi guardava strano. Voleva sapere tutto, minuto per minuto. Ero confusa. Gli ho detto che ero andata a correre, dopo che Maurizio era uscito. Come mai a quell’ora? Fa buio, dice. Avevo bisogno d’aria, ho risposto. C’ha creduto? Storceva la bocca, alzava le sopracciglia. E poi? Poi sono tornata a casa e alle nove è venuto Karim. Viene a cena due, tre volte la settimana. Può uscire quando vuole dalla Comunità. Gli avevo promesso la torta Giuditta. E giù lacrime e grido più forte, perché adesso beccheranno pure lui, poveraccio. E poi? Mi toglieranno l’affido? Speravo di portarlo ai diciott’anni e che restasse con me, dopo. E invece sarò sola ancora una volta, senza un figlio a cui pensare e lui, solo, senza nessuno che lo pensi.
2
«Karim, Karim! Svegliati subito.»
Jamila, la responsabile della Comunità, mi guarda come se stessi dormendo da tre giorni. M’incalza: «Che fai ancora a letto? C’è qui l’ispettore Fabbri della Polizia.»
«Polizia?» rispondo spiazzato, quasi balbettando.
L’ispettore avanza, entra in camera e si presenta stringendomi la mano. S’avvicina e mi chiede: «Dov’eri ieri sera?»
«Io... io ieri sera sono andato a casa di Luisa...»
Entrando la sera prima nel bell’appartamento di Luisa e Maurizio, l’avevo trovata china, sul divano, con la faccia rossa. I capelli biondi che le coprivano il viso. «Io ho le chiavi... e posso andare quando voglio, mi ha detto lei!»
«Bene – mi dice lui. – E chi c’era?»
«Luisa!»
«Ah, d’accordo...» aggiunge l’ispettore. Da dietro la schiena si fa passare da Jamila il registro della Comunità. «Qui però c’è scritto che sei uscito alle 20. E Luisa ha detto che sei arrivato da lei alle 21. L’appartamento è a meno di dieci minuti a piedi da qui.» A stento capivo cosa mi stava dicendo. «Maurizio è stato trovato stamattina morto accoltellato, vicino al fiume. Proprio fra la Comunità e casa di Luisa. Hai capito ora?» Gli occhi dell’ispettore non battono ciglio e sembrano guardarmi dentro.
«Andavi d’accordo con Maurizio?» mi chiede.
Jamila si avvicina a me e mi stringe le spalle. «Sono sicura, ispettore, che Karim potrà spiegarle tutto.» Mi guarda. A me viene da piangere.
«Con Maurizio non andavo d’accordo. Diceva che non valevo nulla, che ero un marocchino! Una volta mi ha pure tirato uno schiaffo, senza motivo! Ma non l’ho ammazzato io!»
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