Nella sua semplicità formale e tematica questo manoscritto sulla legatura libraria condensa in sé i molteplici aspetti tipici del secolo in cui è stato redatto, il XVIII, storiograficamente noto ai più come il “secolo dei Lumi”. Tra le sue righe vergate a mano, quasi di getto, senza troppa attenzione alla forma e alla calligrafia, ma solo alla possibilità di fissare nero su bianco appunti e riflessioni di un anonimo maestro legatore, ritroviamo vivido e attualissimo tutto il fermento culturale di quegli anni, a testimonianza (peraltro non del tutto scontata) del fatto che le influenze culturali ed “enciclopedistiche” del XVIII secolo hanno avuto modo di varcare anche la soglia del monastero di San Martino, fino ad addentrarsi all’interno del laboratorio del nostro anonimo legatore. Per coglierne la presenza non è necessario alcuno sforzo: fin dalle prime battute, infatti, il nostro anonimo autore fornisce al suo lettore, quasi certamente un addetto ai lavori, forse proprio un collega di bottega, precisi riferimenti a tecniche, ad autori e a opere tipiche di quegli anni e che hanno segnato, in special modo per il mondo del libro e delle tecniche legate alla sua produzione, una codificazione e un rapidissimo sviluppo in chiave industriale.