"Nuvole di zucchero" è il racconto autobiografico dell'autrice a metà tra prosa e poesia, nel suo stile delicato e tenue. I primi anni di studio febbrile, l’incontro con l’amore di una vita e la passione per il mestiere di insegnante. Racconto e versi si fondono, con emozione e spontaneità.
Primo capitolo
Ero una bimba di cinque anni quando rimasi orfana di padre nella solitudine più profonda.
Ero molto legata a lui ed ancora oggi, quando ripenso alla mia infanzia e mi torna in mente la sua immagine, tiro fuori qualche lacrima furtiva. Mia madre, successivamente alla morte di mio padre, iniziò a lavorare come bidella presso la scuola elementare del mio paese e pian piano prese coscienza dell’importanza dello studio. Per darmi un futuro migliore quindi decise di mettermi in collegio. Mi ritrovai in breve tempo a Roma in uno dei collegi migliori: vi era un giardino bellissimo, materiali all’avanguardia, attrezzature tecniche, insegnanti specializzati, tanto che venivano a visitare quel luogo perfino dall’America e dalla Russia. L’unico tarlo che quell’ambiente aveva era la severità eccessiva e questa non andava certo d’accordo con il mio carattere di bambina timida ed introversa. Nonostante tutto, dopo i primi pianti, mi adattai ben presto all’ambiente ma riversai il mio entusiasmo, il mio impegno e la mia creatività nello studio e nella ricerca, tanto da diventare in breve tempo la prima della classe. Questa posizione mi faceva sentire privilegiata, ma rifiutavo il fatto che i miei temi venissero letti in tutte le classi superiori, sbandierando ovunque il mio modo di pensare e di essere.