Stati Uniti d’America, primavera 1968: molte manifestazioni di protesta sfociano spesso in scontri violenti tra gruppi di cittadini e tra cittadini e forze dell’ordine
Robert F. Kennedy, da sempre attento ai problemi sociali, sostiene che le cause principali dei disordini sono la povertà, la discriminazione razziale, la violenza, una guerra ingiusta e approfondisce questi temi durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali, spiegando la sua idea di un “mondo nuovo” costruito su ideali di giustizia e pace.
Ma nel clima di tensione creatosi, ulteriormente esacerbato dall’assassinio di Martin L. King, R.F. Kennedy cancella i discorsi elettorali previsti sostituendoli con sinceri e accorati appelli alla coscienza di ciascun cittadino americano, sottolineando che nessuna rivoluzione, se non quella del cuore, può rendere migliori non solo gli Americani, ma anche tutti i cittadini del mondo.
Proponiamo ai nostri lettori, in formato tascabile, quanto detto da Robert Kennedy a Indianapolis, poche ore dopo la morte di M.L. King, e il giorno successivo in Ohio: alcune foto e una bibliografia essenziale accompagnano il testo in lingua originale e nella traduzione in italiano.
Dal primo discorso:
Ho cattive notizie per voi, per tutti i nostri concittadini e per tutte le persone che, in ogni parte del mondo, amano la pace: questa notte hanno sparato a Martin Luther King e lo hanno ucciso.
Martin Luther King ha dedicato la sua vita alla giustizia e all’amore per gli esseri umani, ed è morto a causa di quell’impegno.
In questo giorno difficile, in questo tempo difficile per gli Stati Uniti, è forse bene chiederci che tipo di nazione sia la nostra e in quale direzione vogliamo procedere. Chi di voi è nero - considerando che c’è evidenza che i responsabili dell’omicidio sono bianchi - può sentirsi pieno di rancore e di odio, animato dal desiderio di vendetta.
Come paese possiamo procedere in questa direzione: verso una polarizzazione più forte. I neri con i neri, i bianchi con i bianchi, colmi di odio gli uni verso gli altri.
O possiamo fare uno sforzo, proprio come Martin Luther King ha fatto, per capire e unire, per sostituire questa violenza, questo spargimento di sangue che attraversa il paese, con l’impegno a comprendere con compassione e amore.
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