Il fenomeno del femminicidio affligge l’Italia, così come molti altri paesi nel mondo, andando a ostacolare in maniera subdola e persistente l’obiettivo del raggiungimento di un’effettiva parità tra donne e uomini. […] Parole e pregiudizi di Maria Dell’Anno, alla stregua di altri suoi saggi sul tema, offre un contributo prezioso riguardo a questo spinoso problema sociale. Innanzitutto l’autrice espone in maniera chiara e puntuale i nodi teorici più rilevanti emersi dalla letteratura sul tema, aderendo pienamente all’ipotesi costruttivista: per sradicare il fenomeno del femminicidio bisogna partire dalle sue radici culturali, ossia dalla disparità di potere tra donne e uomini socialmente e culturalmente costruita nel corso del tempo. Ancora oggi l’insieme delle agenzie di socializzazione, media compresi, ripropone in varia misura stereotipi e pregiudizi di genere che altro non fanno che legittimare questa disparità e alimentare aspettative legate ai ruoli di genere tradizionali nella popolazione infantile e adulta. Inoltre, sulla base di un’analisi qualitativa degli articoli relativi a 20 casi di cronaca apparsi sui principali quotidiani nazionali italiani tra aprile 2019 e aprile 2020, l’autrice mette a fuoco le modalità ricorrenti con cui si dispiega il racconto giornalistico del femminicidio. Lo scopo del saggio è quello di spronare i giornalisti e le giornaliste – “équipe di rappresentazione” (Goffman 1959) che media tra la cittadinanza e i fatti –, nonché i lettori e le lettrici, a riflettere in maniera critica sui significati e i messaggi veicolati nel loro complesso dalle parole utilizzate nella carta stampata.
Dalla Prefazione di Saveria Capecchi a Parole e pregiudizi