Stavolta partiamo dalla fine, ma senza svelare il finale, proprio nel momento in cui il quadro di questo romanzo finirà per identificarsi nella protagonista Chiara e viceversa: il dipinto si animerà al pari di una persona mentre al contrario lei vedrà il suo cuore indurirsi come una pietra.
Chiara ci aiuterà a riannodare il filo di un discorso sospeso ma mai interrotto: riavvolgeremo le nostre esistenze andando a ritroso nel tempo e avremo la certezza, grazie ai battiti di un orologio senza lancette, di essere riusciti a fermare l’impietoso e ostinato trascorrere delle ore.
Senza accorgercene, come quando la neve a poco a poco copre ogni oggetto mortificando la leggerezza di alcuni ma levigando la durezza dei più, riusciremo ad aprire una finestra nei ricordi più belli che la nostra realtà ci ha fatto vivere e una breccia nei sogni più irreali che la nostra fantasia ci ha regalato.
Il che non è poco, almeno per chi ha la sensibilità di intendere tutto ciò e vuole lasciarsi coinvolgere in una vera e propria avventura. Così come dovrebbe essere la vita di ognuno di noi le cui pagine, al pari di quelle di un libro, sono scritte in trasparenza e quindi vanno lette in filigrana.