Lo Space Shuttle, ed in particolare il Rockwell International Orbiter (detto più semplicemente Orbiter), cioè la sua parte riutilizzabile, è ormai andato in pensione nel 2011. Esso tuttavia è ancora vivo nella memoria di tutti gli appassionati di astronautica. Per molti, con le sue 135 missioni, è stato il vero protagonista dell’esplorazione spaziale degli ultimi 30/40 anni, un vero e proprio ponte tecnologico tra le fortunate missioni Apollo, che hanno condotto l’uomo sulla Luna ed il futuro della colonizzazione lunare e dello sbarco su Marte.
Grazie a questo straordinario veicolo spaziale si è tra l’altro costruita la Stazione Spaziale Internazionale, il più grande avamposto verso la colonizzazione dello spazio. La presente opera si prefigge lo scopo di descrivere nel modo più dettagliato possibile la navetta spaziale della NASA non solo da un punto di vista strettamente morfologico, ma anche “storico”, ripercorrendone le gesta, senza tralasciare le applicazioni ed i due terribili incidenti che hanno in parte contribuito al suo accantonamento. Il saggio è pertanto suddiviso in cinque parti: la storia, la tecnica, le applicazioni e gli incidenti, ai quali si aggiunge un capitolo finale dedicato ai tentativi di altre nazioni di porre in orbita una propria navetta ed in generale alle prospettive future. Gli autori sono consapevoli che il fatto di scrivere un libro su un veicolo spaziale che, per quanto straordinario, non è più in servizio, possa costituire uno svantaggio dovuto al fatto che si sia perso fra i lettori almeno parte dell’interesse. Tuttavia esiste il vantaggio che su di esso si può finalmente trarre un bilancio definitivo che sarebbe stato impossibile fare una decina di anni fa.
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