In una notte carica di mistero il vecchio acrobata Remo Balestra, detto Lucertola, trova una cesta in una pozzanghera. Dentro c’è un bambino di pochi mesi. Convinto che il neonato sia il pupillo della Fata Lacrimosa, decide di adottarlo.
L’arrivo nella tribù circense del piccolo, cui viene dato il nome di Sigismondo, non è affatto gradito al direttore don Callisto Robusti. L’uomo è convinto che su Sigismondo gravi una sorta di maledizione che lo porterà ad essere la rovina sua e del circo.
Così si apre Ali di Seta in fiamme: un romanzo di genere onirico-fantastico ambientato in una città senza nome che rappresenta il ventre apolide della terra.
Sigismondo, divenuto un giovane acrobata di successo, resta vittima di uno Spirito-Demone che lo allontana da ogni dimensione predeterminata permettendogli di capovolgere la realtà e vederla dalla parte del sogno oltre che dell’incubo.
Le sue vicende forniscono lo spunto per narrare un universo popolato da circensi in bilico sull’orlo del fallimento, piccoli delinquenti brechtiani, estremisti ridicoli, trafficanti di “gioielli” improbabili, illusioniste blasonate, ex prostitute veggenti.
Siamo chiamati, con Sigismondo, a fare una scelta radicalmente etica oltre che esistenziale. Divenuto “clandestino dell’anima” egli sperimenterà lo sfruttamento e la marginalizzazione forzata, ma anche la solidarietà e l’amore più incondizionati.