Editore vivace, spirito giocoso e discendente di illustre famiglia ebraica, Angelo Fortunato Formiggini (1878-1938) fu uno dei protagonisti della cultura italiana del primo Novecento.
Gettandosi dall’alto della torre Ghirlandina il 29 novembre 1938, pose fine alla sua esistenza, per rivendicare la propria identità: “sette volte italiano”, non accettò che la promulgazione delle leggi razziali lo estromettesse dalla patria cui sentiva di appartenere.
Filosofo del ridere ed editore bizzarro, credette seriamente nell’umorismo, spendendosi nella sua attività per produrre e diffondere libri.
A ottant’anni dalla sua scomparsa, una mostra ne ripercorre la vicenda pubblica e privata, conducendo alla scoperta di una personalità eccezionale vissuta in “un tempo da cani”.