“Sono gli animali di strada i protagonisti assoluti di questo volume.
Sono tanti e delle specie più varie: mammiferi, uccelli, rettili, insetti, vertebrati ed invertebrati. E vivono proprio accanto a noi, tra le nebbie e nel sole calcinato della Bassa Padana: non in uno dei tanti paradisi tropicali o equatoriali che le agenzie turistiche offrono come diversivo a gente che di asfalto e cemento quotidianamente si nutre e tornerà a nutrirsi dopo la parentesi esotica immortalata in centinaia di inutili fotografie.
Questa non è natura da cartolina e lo spirito che la pervade erompe da poesie ed immagini essenziali ed incisive, che sanno brillare nel guizzo di un occhio di lucertola o nel riso del becco di una gazza, che sanno cantare insieme alla cicala e volare sulle ali di una farfalla, ma che nel contempo contengono un messaggio di seconda lettura agli uomini, un invito a riscoprire la vita che inevitabilmente sfugge a chi sa solo passare di corsa e non indugia, non ascolta, non volge lo sguardo sull'infinita varietà del creato.
Erompe questo canto senza alcun artificio, perché si alimenta della forza della realtà che sola può offrirsi nuda senza alcuna impudicizia e che sola sa trasfigurarsi in arte e poesia senza bisogno di occultarsi, ma solamente chi ha orecchie ed occhi puri sa coglierne il suono e la bellezza e scorgere, nelle “scie bavose/ di quell'errare impreciso a stento” di una chiocciola dei meravigliosi “grovigli d’argento”.
Ma la natura non è idillio né arcadia, perché tale non è la vita.
La strada delle poesie di Bondioli e dei disegni di Ferrari è costellata di cadaveri.
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Caduti sulla strada, costretti a vagare tra fame e pericoli per procacciarsi di che vivere, circondati da indifferenza, pregiudizi o aperta ostilità. Siamo proprio sicuri che questo si riferisca solo agli animali? Certo l’asciuttezza e il realismo del segno, tanto poetico quanto grafico escludono che tutto si risolva in un’allegoria: c’è troppa vita in questi animali da strada per pensare che siano solo il sottile velo dietro cui si cela il reale significato, i protagonisti veri ancorché occulti. Però non si può leggere della nutria “marchiata da pregiudizi e mercato/ braccata scacciata e perduta” o vedere l’immagine dello sbarco delle locuste senza pensare ad altri sbarchi, ad altre odissee di esseri umani marchiati da pregiudizi, braccati e scacciati: migranti, marginali, irregolari, in una parola tutti quelli che la nostra civiltà pone ai margini, lasciandoli ai limiti estremi della strada, della società.”
Dalla introduzione di Stefano Prandini