Quando, in una scuola, un ragazzo o una ragazza si esprimono autodefinendosi «noi giovani d’oggi»,
verrebbe da abbracciarli.
I “giovani d’oggi” ci sono sempre stati: ogni epoca ha avuto i suoi. Ogni epoca li ha incoraggiati, redarguiti, blanditi, invidiati, condannati. Il fatto è che invecchiamo, e costruiamo categorie per rappresentarli. E ripetiamo, più o meno consapevolmente, un ritornello identico a sé stesso dai tempi in cui Cicerone si lagnava delle acconciature dei ragazzi della sua epoca.
L’ambizione di questo libro non è quella di definire i giovani, quanto di incontrarli, confrontarsi con loro, tenendo sempre bene a mente che le idee non hanno anagrafe. E cercare di capire come funziona una staffetta generazionale, a scuola, tra i banchi, e fuori, tanto più impegnativa nel passaggio fra due secoli, con l’ingombrante eredità novecentesca da proporre a chi è nato nel ventunesimo secolo. La prospettiva dei due autori, in questo senso, appare complementare: da una parte quella di uno scrittore, Paolo Di Paolo, che tenta di costruire un’alleanza con i fratelli minori; dall’altra quella di Carlo Albarello che, da educatore, ha vissuto e vive con i ragazzi fianco a fianco, studiandone i gesti, le parole, i desideri.
GLI AUTORI
Paolo Di Paolo è nato nel 1983 a Roma. È autore dei romanzi Dove eravate tutti (2011), Mandami tanta vita (2013, finalista Premio Strega) e Una storia quasi solo d’amore (2016), tutti editi da Feltrinelli. Ha pubblicato inoltre Vite che non sono la tua. Il bello dei romanzi in 27 storie (Laterza 2017), Tempo senza scelte (Einaudi 2016) e, per bambini, La mucca volante (Bompiani 2014, finalista Premio Strega Ragazze e Ragazzi). Collabora con «la Repubblica» e «L’Espresso».
Carlo Albarello, a lungo insegnante di lettere al liceo classico Virgilio di Roma, lavora oggi al Cepell, Centro per il libro e la lettura. Ha ideato e coordinato l’attività dell’Atlante digitale del Novecento letterario (anovecento.net), ed è membro dell’Associazione degli italianisti. Scrive su «Huffington post» e collabora con l’università di Roma La Sapienza, dove tiene seminari sui rapporti tra letteratura, architettura e psicoanalisi.