Questo “Quaderno del Grand Tour” non vuole essere una Guida ma un invito a visitare e quindi conoscere Camerino attraverso gli artisti che nei vari secoli hanno immortalato la sua civiltà che ritengo scalfita ma non distrutta da quella desolazione causata dall’ingiuria del terremoto.
Faccio mio quel suggerimento di Angelo Conti, raffinato scrittore e critico d’arte, che consigliava, a chi avesse voluto godere dell’incanto di quel che restava della città di Pompei, di non andarci in compagnia di guide o quant’altro ma di recarvicisi da solo al massimo “insieme con una bella donna taciturna” perché solo in tal modo, aggiungo io, quella voce universale del silenzio sarebbe arrivata all’anima senza neanche il filtro della mente.
Per apprezzare la città di Camerino, che scoprirete di pagina in pagina in questo pur lacunoso itinerario più iconografico che letterario, quindi, è sufficiente che leggendo i piccoli ma esaustivi commenti la vostra sensibilità riesca ad animare le immagini con le parole che le hanno commentate e queste, in un reciproco scambio di qualità, d’incanto si coloreranno con le stampe, i quadri e le fotografie degli artisti del passato.
E in un religioso e rispettoso silenzio si riuscirà a penetrare e far nostro il passato di Camerino perché questa città, anche se in gran parte “spogliata” dal sisma, non può vedere andare dispersa anche la memoria della sua civiltà e, così, come augurava a tutti noi Ugo Betti, riusciremo a ritrovare quel vento che accompagnò la nostra infanzia.