Un manoscritto trecentesco, casualmente ritrovato, narra la vita e le gesta di un principe medievale immortalato da Dante nella terza cantica della Commedia. Svela la profezia contenuta in un vaticinio astrologico che lo annunciava come Re di un Regno dell’Alta Italia e il ruolo del sommo Poeta come suo Maestro e convinto sostenitore. Un’originale lettura, in chiave esoterica, del rapporto tra l’Alighieri e Cangrande I della Scala che vede il Poeta nei panni dell’iniziato e fornisce la possibilità di una diversa interpretazione della Divina Commedia. Un’avvincente storia narrata dagli stessi cronisti medievali che l’hanno vissuta e che se avesse avuto un altro epilogo avrebbe potuto cambiare le sorti dell’Italia. Una moltitudine di grandi e piccoli personaggi che si muove sulla scena del teatro politico di quel tempo o entro i più angusti spazi delle mura di una città o di un castello.