Le vere lettere che le lavoratrici nelle case chiuse inviarono alla senatrice Merlin, con un saggio introduttivo sull’attualità di una legge che precorse i tempi.
La legge Merlin compie sessant’anni. Con essa vennero abolite le case chiuse e si eliminò l’organizzazione della prostituzione da parte dello Stato. Le persone che si prostituivano (allora soprattutto donne) vennero liberate dalla schedatura per motivi sanitari e di polizia, e dalla stigmatizzazione sociale. Di quella condizione rendono drammatica testimonianza le lettere dalle case chiuse indirizzate alla senatrice Merlin e da lei raccolte, nel 1955, in una pubblicazione dallo stesso titolo, curata con Carla Barberis.
In questi sessant’anni il mondo della prostituzione è cambiato: ha smesso di essere pressoché esclusivamente femminile, si è alimentato con la tratta dei migranti, ma ha sempre continuato a essere accompagnato da polemiche, da ordinanze di sindaci e da proposte di modifiche o abolizione della legge. In questa situazione, un breve saggio di Mirta Da Pra Pocchiesa individua dieci buone ragioni per sostenere l’attualità di una legge geniale e dieci sfide che il mondo della prostituzione pone, nel nostro tempo, a tutti noi.