Il commissario Giorgio Volpi si trova, in una insolita primavera estiva, a indagare su un omicidio avvenuto a Teleradio Sintonia, una storica radio locale bolognese. Biancaneve è stata uccisa e non c’è traccia della strega cattiva. Lasciati la neve, il vento dell’Appennino Bolognese di Messaggio in bottiglia il commissario ritorna a Bologna nei luoghi a lui familiari. Un’indagine insolita che sembra affondare le sue radici nel passato. Fra strani personaggi, una moglie sempre più in stand by e una tipa il cui slogan sembra il buonumore. Volpi riuscirà a risolvere il caso?
Primo capitoloCapitolo 1
La mamma con il maglioncino rosa infeltrito e il detersivo miracoloso in mano sparì dallo schermo.
Artemisia fissò la telecamera e un sorriso spuntò sul suo viso, mentre indicava con il dito indice le tre mele davanti a lei.
«Bentornati in diretta a Artemisia fra pentole e fornelli. L’ospite di oggi è Oscar Manni, imprenditore agricolo e grande esperto di mele.»
«Buongiorno a tutti.»
«Oscar prima della pausa pubblicitaria ci stavi spiegando l’uso delle mele in cucina. Quale tipo di mela è più adatta per preparare la torta con le fette tagliate sottili disposte a spirale? La classica torta di mele della nonna.»
Artemisia aspettò che la telecamera si spostasse su Oscar per guardare l’orologio a forma di cd appeso alla parete: mancava qualche minuto alla fine della trasmissione.
Riportò la sua attenzione su Oscar Manni. Era un tipo basso e tarchiato con un bel viso aperto che ispirava simpatia al primo sguardo, la carnagione abbronzata e mani forti di chi sta spesso all’aria aperta ed è abituato a lavorare la terra.
Manni era di passaggio a Bologna per una Fiera Agricola e lei aveva colto la palla al balzo per invitarlo come ospite alla sua trasmissione. L’imprenditore agricolo possedeva dei frutteti in Trentino Alto Adige.
Artemisia sorrise ad Oscar che spiegò come la mela renetta fosse la più adatta per torte e crostate perché aveva un sapore agrodolce perfetto per simili preparazioni.
«Nel New England si usa la McIntosh» spiegò Oscar «un cultivar di mela di colore rosso e verde, dal sapore acido e con la polpa bianca. Diventa matura verso la fine di settembre e porta il nome del suo scopritore. È tradizionalmente la mela più popolare in questo territorio. Molti la considerano una mela superiore adatta per preparare composte di mele. Nel Nord America esistono circa tre milioni di alberi che producono questa qualità di mela.»
Artemisia vide Silvano dalla regia farle il segno delle forbici, mentre sul video compariva di nuovo la sua immagine.
Sorrise in automatico.
«Gentili ascoltatori e telespettatori anche per oggi Artemisia fra pentole e fornelli è terminata. Ringrazio il nostro ospite Oscar Manni per averci svelato i segreti sul mondo delle mele. Ringrazio voi per la fedeltà e i consigli e in regia il mitico Silvano Stagni per il prezioso lavoro di supporto. Ci vediamo domani per parlare di ragù. Come lo preparate? Quale tipo di carne usate? Passato di pomodoro o concentrato? Sul ragù non si scherza! Bacio virtuale, Rimanete sintonizzati su Teleradio Sintonia! Vi lascio in compagnia di Sonia che vi porterà nel mondo delle fiabe.»
La sigla partì, Artemisia si alzò, raccolse i fogli che aveva sparso davanti a sé e afferrò una delle mele che Oscar aveva portato.
«Mela rossa» disse Oscar «perfetta per te.»
«Mela da strega?» scherzò Artemisia, facendo cenno ad Oscar di aprire la porta.
«Grazie Oscar, un argomento davvero interessante.»
«Mi sono divertito molto anche se non è facile abituarsi a queste radio televisive.»
«Già» confermò Artemisia «adesso non solo ci sentono, ma ci vedono sul canale digitale. Dora tocca a te» disse, convinta di trovare Dora pronta a condurre Fiabilandia, la trasmissione per bambini che andava in onda dopo la sua.
Nello stretto corridoio però c’era solo Silvano, il regista, con un’espressione irritata dipinta sul viso.
In tre in uno spazio così ristretto sembravano un gruppo di persone ammassate sull’autobus.
«Dov’è Dora? Fra qualche minuto finisce la pausa pubblicitaria.»
Artemisia si strinse nelle spalle, incerta.
«Chiamala, dille di muoversi.» Silvano tornò in regia dove Diego, l’aiuto regista, stava selezionando i brani musicali per la trasmissione di Dora.
Il motivetto del coccodrillo Artemisia lo riconobbe dalle prime note.
Il coccodrillo come fa
non c’è nessuno che lo sa
canticchiò Artemisia sottovoce.
«Guarda nella sala registrazione al piano di sotto» consigliò Silvano.
Si dice mangi troppo,
non metta mai il cappotto,
che con i denti punga,
che molto spesso pianga,
Artemisia pensò che era una buona idea. A volte Dora si fermava lì per rileggere i brani prima dell’inizio della trasmissione.
Alzò gli occhi verso il CD con le lancette appeso alla parete. Non a quell’ora però.
«Scendo con te» disse Oscar, afferrando la valigetta e il cappotto «grazie per questa esperienza un po’ folle.» Sul viso aveva un’espressione divertita.
Artemisia non si meravigliò per il commento di Oscar Manni.
L’ambiente della radio, per chi non lo frequentava abitualmente, appariva sempre particolare, per non dire bislacco.
Guardo sui giornali, non c'è scritto niente:
sembra che il problema non importi alla gente.
Ma se per caso al mondo c'è qualcuno che lo sa,
la mia domanda è ancora questa qua...
Artemisia scese le scale seguita da Oscar, stringendo la mela rossa fra le dita.
Passarono davanti a varie porte chiuse dove si stavano registrando trasmissioni che sarebbero andate in onda in differita, compilation di canzoni da trasmettere nelle ore notturne e spot pubblicitari.
Arrivati al piano di sotto Artemisia trovò la sala registrazione socchiusa.
«Dora ci sei? Ti aspettano in trasmissione» si guardò attorno e un’espressione di sollievo spuntò sul suo viso quando vide Dora seduta su una poltrona girevole. Le dava quasi del tutto le spalle.
«Dora ti aspettano.»
La donna non si mosse. Artemisia si avvicinò e vide che aveva gli occhi chiusi e il libro aperto fra le mani.
«Si è addormentata.»
«È vestita da Biancaneve» le fece notare Oscar che l’aveva seguita.
La donna indossava un vestito da Biancaneve. Uno di quei costumi di Carnevale che si acquistano al supermercato.
«Legge fiabe per bambini. L’altro giorno era vestita da Alice nel Paese delle Meraviglie e non ha avuto bisogno della parrucca perché è bionda naturale. Vero Dora?»
La donna rimase immobile.
«Dorme come la Bella Addormentata» Artemisia sorrise e la scosse piano.
Dora cadde di lato e trascinò nella caduta il libro che stringeva fra le mani, mentre la poltrona, provvista di rotelle, iniziò a piroettare dalla parte opposta.
Artemisia lanciò un urlo.
Oscar nel frattempo si era chinato sul corpo di Dora e teneva il suo esile polso fra le sue dita grassocce.
«Sono solo un veterinario, ma sono certo che Biancaneve è morta.»
Artemisia portò le mani alla bocca e la mela le cadde, finendo vicino al corpo di Dora.
«Che succede?»
Silvano entrò nella stanza seguito da Diego. Tutti e due avevano un’aria perplessa.
«Stavo andando in bagno» disse Silvano rivolto ad Artemisia «quando ti ho sentita urlare…» le parole gli morirono in gola quando vide Dora stesa a terra.
Sbiancò e fece il gesto di avvicinarsi al corpo, ma Oscar lo fermò con un gesto della mano.
«Biancaneve è morta.»
«Morta?»
Manni annuì.
«Vado a chiamare Mister Magoo» disse Silvano e uscì in fretta dalla stanza.
«Non credo che Mister Magoo possa risolvere la questione» disse Oscar «ma sono tutti matti in questo posto?»
«Mister Magoo è il soprannome con cui chiamiamo Pozzi, il proprietario della radio» mormorò Artemisia incapace di togliere lo sguardo dal corpo di Dora steso a terra.
Diego non aveva aperto bocca e continuava anche lui a fissare Dora.
Faticavano a guardarsi in faccia l’uno con l’altro. Artemisia era certa del pensiero comune: non poteva essere vero, sembrava di stare sul set di una serie televisiva poliziesca.
«Credo…» disse Oscar, ma la frase gli morì in gola. Silvano stava scendendo le scale accompagnato da un tipo basso, calvo e con la testa grossa.
Assomigliava in modo impressionante a Mister Magoo, il personaggio dei cartoni animati creato da John Hubley.
«Mister Magoo è appropriato» pensò Manni, mentre l’ometto con la faccia da cartone animato valutava la situazione.
«Ho chiamato la polizia» disse Pozzi spiccio «non toccate nulla.»
«Non penserà che Dora sia stata uccisa» mormorò Artemisia, inorridita.
Mister Magoo fissò Dora vestita da Biancaneve e la mela rossa accanto a lei.
«Non è una mela avvelenata e io non sono una strega» disse Artemisia.
Gli altri tacquero.