«La lettura di un autore richiede innanzi tutto la conoscenza diretta dei suoi scritti, per la quale e in vista della quale acquista senso ogni sforzo di erudizione e di informazione durato nella comprensione non solo storiografi ca e storica, ma anche fi lologica e linguistica». Con queste parole, Giuseppe Roccaro riassume, in sintesi, la cifra scientifi ca del suo studio su Averroè, il grande fi losofo di Cordova che, a partire dal 1159 circa fi n quasi alla sua morte (1198), legge e commenta il corpus aristotelicum attraverso un’erudizione interminata che – come scrive Miguel Cruz Hernández – solo l’esilio e la morte possono interrompere.