Le erbe, le bacche e i fiori sono stati per secoli cibo per le nostre genti.
L’ortica, i piscialetto (tarassaco), i fiori di acacia,i topinambur, la vitalba, l’erba cipollina, le primule
i lampascioni, la rosa canina, il cardo mariano, la barba di becco.... sono solo alcune delle erbe, bacche o fiori che venivano usati nella cucina povera tradizionale.
Abbiamo recuperato le antiche ricette e le abbiamo provate scoprendo piatti insoliti
e davvero interessanti. E non bisogna dimenticare il piacere di andare per prati, per boschi e per sentieri cercando quell’erba particolare, quella bacca vistosa, quel fiore nascosto.
Giusto per stimolare l’appetito...
Contiene il racconto: L’erba magica.
Introduzione
Questo libro non ha la presunzione di essere un testo scientifico e neppure un manuale di istruzioni su come vengono usate in erboristeria o in altri campi le erbe selvatiche, ma un quaderno che raccoglie le testimonianze di chi, da sempre, usa le erbe, i fiori e le bacche del nostro Appennino per cucinare.
Un tributo alle erbe, selvatiche e belle, che oggi consideriamo infestanti perché spuntano, non richieste, nel nostro bel prato all’inglese, ma un tempo aiutavano a sbarcare il lunario. In tempo di guerra, o in periodi di carestia insaporivano pietanze o costituivano loro stesse il pasto della giornata. Nell’intento di non disperdere un patrimonio che fa parte della storia del nostro territorio e conservare la memoria di piatti che per i nostri nonni erano il pane quotidiano. La saggezza popolare ricorda che non c’è erba che guardi in su che non abbia la sua virtù.
Erbe resistenti, difficili da debellare e, dal punto di vista alimentare, preziose per le loro innumerevoli qualità.
Non mi sono limitata a farmi raccontare come si cucinano le erbe, i fiori e le bacche, ma ho voluto recarmi “sul posto”, per toccare con mano, mentre nella mia mente si affollavano ricordi d’infanzia, quando trascorrevo giornate nei campi incolti o nei boschi lungo i calanchi dell’Appennino Bolognese a raccogliere bacche, fiori ed erbe selvatiche. Ho raccolto anche ricette, curiosità, antiche credenze popolari e consigli elargiti, gentilmente e con generosità, da persone che ancora oggi usano abitualmente questi doni della natura.
Se è vero che alcune erbe appartengono alla mia infanzia e di altre conoscevo l’esistenza e l’uso in cucina, ho scoperto alcune erbe, fiori e bacche di cui ignoravo l’utilizzo in campo alimentare, apprezzandone il gusto particolare. Le erbe selvatiche possiedono, infatti, profumi e sapori che non troviamo nelle verdure prodotte dall’agricoltura moderna e, se usate con accortezza, possono donare un gusto speciale ai nostri piatti.
Il libro è pronto e spero che vi faccia venire voglia di condividere con me questo mondo meraviglioso.
Ho suddiviso le erbe, i fiori e le bacche in stagioni, collocandole in primavera, estate, autunno e inverno, valutando il periodo migliore per la raccolta delle radici, dei fiori o delle bacche e per godere appieno di questi preziosi doni della natura tutto l’anno.
Prima di inoltrarci nel magico mondo delle piante alcune avvertenze:
Non raccogliete mai piante che non conoscete e fatevi accompagnare nelle vostre passeggiate da persone esperte. È bello condividere con altri le nostre passioni.
Non raccogliete le piante vicino alle strade, ai campi trattati con concimi chimici o ai giardini.
Non raccogliete piante protette dalla legge.
Ricordate: i fiori si raccolgono in primavera, le radici in autunno e i frutti devono essere raccolti in piena maturazione e non intaccati da parassiti.