Solo da un vuoto, da un’ assenza – da più “distruzioni” : prima subite, in parte desiderate rincorse, in seguito incarnate comprese – possono scaturire, e ogni volta come incontaminare, delle reali “istruzioni”. E poesia…
Diversamente si tratta di educazione, costrizione o al massimo di talento estetica o buon gusto.
Si è insomma, e quasi sempre, agiti/pensati; e tutta la cultura più desta del ‘900 non ha fatto altro che affermare e indagare, nei più svariati modi (letterari, filosofici, psicoanalitici), questa esplosiva intuizione (ben più antica va detto).
Si è vittime e carnefici nello stesso tempo, e non si va mai al di là – se non rischiando in proprio e per amore del vero – di questo “infermo ruolo”.
E allora è anche inutile, o quanto meno stridente, ogni pretesa di giustizia e pace. Alla bellezza, invece, si accede solo partendo da quel “vuoto”, e da lì poi – esoterico trampolino di lancio – abbandonandosi schiudendosi… perchè la Bellezza, nonostante il nostro darci da fare(inconscio) per affossarla ed eluderla, è smisuratamente vasta fonda: indistruttibile.