1832, Torino.
Teresa Barale, un’oscura contadina delle Langhe, viene assassinata.
Nel corso di un sontuoso ballo in un palazzo nobiliare il ricordo della sollevazione del 1821 si mescola ai primi fremiti rivoluzionari.
È l’inizio di un incubo per l’aristocratica famiglia Grimaudi, riunita dopo molti anni per festeggiare il rinnovato favore regale e il fidanzamento di Maria Cristina, la più giovane delle figlie del marchese Filiberto e della moglie Beatrice.
Ne sono immischiati tutti, dalla dispotica Ersilia, matriarca della famiglia, alle quattro figlie di Filiberto e le loro famiglie, ai due giovanissimi figli maschi.
Non ne è esente neppure la servitù, né lo sono i familiari di Teresa o i cugini poveri di Filiberto, il cui capo, Oddone, tanti anni prima ha sperato di riuscire a usurpare titolo e terre del poco amato congiunto.
Ne è invece completamente libera Marianna, anch’ella figlia di Ersilia, badessa di un convento. Sarà proprio lei a risolvere il mistero della morte di Teresa e degli avvenimenti a essa connessi, portando alla luce complotti e segreti fino alla terribile rivelazione finale.