Dolores, Giulia, Livia, Ottavia, Irma, Carmen ed Emma, sette donne, sette storie legate, le une alle altre, da un sottile filo. Sette come i giorni della creazione e della settimana, i colori dell'arcobaleno, le note del pentagramma e i chakra. Sette racconti che ci invitano a riflettere, che non ci danno risposte, semplicemente ci spronano ad indagare fra le pieghe del mondo femminile per capire meglio i meccanismi che mettono in atto certi processi. Il numero sette non è stato scelto a caso, esso rappresenta l'universalità e la completezza. Sin dall'antichità è stato considerato un numero magico, il numero della perfezione che congiunge il ternario, divino, con il quaternario, terrestre, e, in quanto tale, mediazione tra il cielo e la terra. Per gli Egizi simboleggiava la vita, per i pitagorici era associato al cerchio e alla perfezione ciclica. Era lo spirito e l'anima di ogni cosa che rappresenta ogni forma di conoscenza e la capacità di “realizzare” il magico nella quotidianità. Affiancato alla figura femminile, da sempre generatrice di vita e, a sua volta, con i suoi cicli mensili influenzati dalla luna, spesso accostata all'astro notturno, tende a dare l'idea del compiuto, del concluso, tanto più che l'ultima storia, delle sette presenti nel libro, si ricollega alla prima come a chiudere un cerchio perfetto.
Primo capitolo