L’arrotino è una figura mitica per l’autore, perché il suo noto richiamo/appello ad accorrere, ha una duplice valenza: quella di invocare l’arrivo delle donne, ritenute (almeno fino a un po’ di tempo fa) le uniche depositarie della gestione degli utensili di cucina; e – seconda – proporre le sue abilità e i suoi strumenti per consentire un’operazione essenziale: il taglio giusto. Quel richiamo forte e delicato allo stesso tempo, con voce decisa ma non invadente, parole ripetute e amplificate, lasciano intendere (per una mente normale?) qualcosa di più di coltelli affilati: è il taglio delle parole che contano, per chi, mese dopo mese da dieci anni, in una rubrica che si intitola proprio “Le parole che non ti ho detto”, prova a dare spessore ad un dialogo insistente tra un uomo e molte donne.
Primo capitolo«Le parole che non ti ho detto», come il titolo del romanzo di Nicholas Sparks, e con un occhio al «Parla con lei» di Almodovar. Quando pensai al rilancio della rivista Madre mi sembrò indispensabile dare la parola a un uomo. Che potesse parlare alle donne con sensibilità e intelligenza.”(Dalla Prefazione di Annachiara Valle) L’autore si rivolge a donne reali, conosciute nella vita quotidiana, dalla baby-sitter rumena all’impiegata delle agenzie delle entrate, oppure a personaggi noti e con un ruolo pubblico, conosciuti attraverso libri o giornali. Non mancano personaggi immaginari, come una sorella desiderata e mai esistita, o proiezioni talora idealizzate di relazioni maschile - femminile, come nel caso della balena innamorata. C’è poi “la” donna, presenza decisiva e determinante - nel bene o nel male- per la vita di ogni uomo, condizionante al di là delle intenzioni.