La proposta di queste pagine è una ricerca che invita, “nell’aria che, anche da lontano, già profuma,” a trovare la risposta alla grande domanda: Dunque, l’arte che vuole? Vittorio Cozzoli si pone la questione e propone la sua risposta per fede e convinzione intellettuale. L’Italia di oggi ha bisogno di poesia ‘nuova’: quella che spesso si legge è poca cosa perché sembra poca cosa quello in cui chi scrive crede, “ormai neppure più negativo o negatore, ma nella sua sostanza indifferente”. Anche dal punto di vista della lingua, fatta scendere spesso sotto il livello di guardia. Occorrono esempi alti, anche stilisticamente, perché lo stile è segno di qualità-non-retorica. Occorre resistere ad un minimalismo della quotidianità che non vede più in là del proprio naso e “avere coraggio profetico, ricordare che la poesia ha radici che la lingua stessa non può più a lungo emarginare o ignorare.