Nunzia Manicardi, Francesco Villa e le Mondial 2 tempi: si conclude con questo quarto volume, dal 1957 al 1980, il lavoro che con tanto successo l’autrice modenese ha dedicato al marchio motociclistico bolognese-milanese.
Il libro ha anche il merito di dare la parola direttamente a Francesco Villa, il grande tecnico e progettista modenese grazie al quale la Mondial si riposizionò nel settore per lei nuovo dei 2 tempi (anche per l’ammissione a disco rotante, da Villa introdotta per la prima volta in Italia) e poté mantenere ancora a lungo un ruolo di primo piano sul mercato. Chi non ricorda, per esempio, il Record o il Radial?
Preziosa inoltre è l’intervista esclusiva all’a.d. Massimo Boselli (il figlio di Carlo), che racconta per la prima volta tutti gli avvenimenti che portarono alla liquidazione dell’azienda nel 1980 chiarendo finalmente alcune fuorvianti versioni circolate anche in tempi recenti.
Ma soprattutto pure questo volume, come i tre precedenti, contiene moltissime testimonianze, fotografie e documenti inediti, sia tecnici che sportivi, che arricchiscono quella che è considerata la più completa ricerca su un marchio italiano.
1957-1960
L’incerto procedere dopo il ritiro dalle corse
1957. Il “canto del cigno”: la Mondial 250 cc. aste e bilanceri
Derivata dalla 200 cc. di Alfonso Drusiani
Dopo il ritiro dalle competizioni agonistiche avvenuto a seguito del Patto di astensione firmato a fine settembre 1957 insieme con Moto Guzzi e Gilera, la F.B Mondial si presenta alla XXXV Esposizione del Ciclo e Motociclo che si tiene a Milano alla fine dello stesso anno 1957 mettendo in mostra, accanto ai modelli di cilindrata inferiore, il suo “canto del cigno”: una 250 cc. ad aste e bilanceri derivata, come la precedente 200 cc., da quella da corsa di Alfonso Drusiani che ha appena vinto il Campionato del Mondo con Cecil Sandford e il Campionato Italiano con Tarquinio Provini.
Della 200 cc. precedente essa ricalca l’impostazione generale con telaio a doppia culla, sospensioni teleidrauliche, freni a tamburo centrale, gomme 2.50-19” davanti e 2.75-19” dietro. Il motore conserva la pedivella di avviamento “in avanti” come sulle prime 125 cc. Carburatore Dell’Orto, accensione a spinterogeno, cambio a 5 marce, 29 CV a 7.000 giri. Velocità massima 140 km./h. Nella versione sport raggiunge i 150 km/h.; nella versione meno spinta la velocità è inferiore anche se le prestazioni rimangono sempre brillanti. In ogni caso si tratta di una macchina destinata a un’utenza di carattere sportivo.
C’è anche il modello “Comfort”
Per la clientela di esigenze spiccatamente turistiche la Mondial presenta un’altra novità: il modello “Comfort”, sempre derivato dalla 200 ad aste e bilanceri ma rielaborato per renderlo più elastico e resistente agli strapazzi e con ragionevole consumo. Il motore 4T 200 cc. viene montato su un telaio tipo quello della Mondial “Sogno”.
1958. I Boselli cessano l’attività industriale
Fine dell’attività industriale. Si prosegue solo con quella commerciale
Infine, nell’ultimo mese dell’anno 1958, la F.B cessa l’attività industriale proseguendo soltanto quella commerciale. La denuncia viene presentata alla Camera di Commercio, Industria e Agricoltura di Milano il 4 dicembre 1958 e così registrata agli atti: “In data 4/12/1958 ha denunciato di aver cessata l’attività industriale, continuando solo il commercio di motoveicoli e pezzi di ricambio”.
Il ridimensionamento dell’azienda
La cessazione è stata preceduta da altre due denunce. Nella prima, in data 27 marzo 1958, si precisa che “tanto l’Officina di Bologna quanto la dipendenza di Corso Vercelli n. 52 svolgono la loro attività in nome e nell’interesse esclusivo della società cui appartengono”.
La precisazione può apparire poco comprensibile, anche perché quella di Corso Vercelli a Milano non era affatto, a quanto ci risulta, una dipendenza ma la sede stessa, unica, della società (coincidente con la sede del negozio, come risulta dall’ultimo dei documenti qui presentati). Quasi sicuramente però si trattava di una precisazione dovuta – come si evince dalla frase successiva – esclusivamente per obblighi di legge in materia fiscale. Leggiamo infatti: “Detta denuncia è stata resa anche agli effetti delle vigenti disposizioni di legge sull’I.G.E. ed ai sensi dell’art. 1 allegato D al R.D.L. 26 settembre 1935 n. 1749” in quanto il R.D.L citato (tuttora sostanzialmente in vigore) riguardava “Provvedimenti in materia di tasse sugli affari” mentre l’I.G.E. era l’Imposta generale sulle entrate (sostituita nel 1972 dall’Iva).
La seconda denuncia riguardava invece la comunicazione del trasferimento della sede del negozio, il 15 maggio 1958, “da Corso Vercelli n. 52 a Corso Vercelli n. 42”.
Da tutte queste scritture documentali si capisce, in sintesi, che la F.B nel 1958 stava mettendo in ordine tutta la sua attività, anche dal punto di vista fiscale, eliminando la produzione industriale o riducendo (con lo spostamento del negozio in un ambiente presumibilmente più piccolo) tutto quello che poteva. Non andava nella direzione della chiusura della società, questo no, ma senz’altro in quella di un suo drastico ridimensionamento.