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Diastema

Luigi Verdi
Famiglie e case di Ottorino ed Elsa Respighi

Famiglie e case di Ottorino ed Elsa Respighi
Prezzo Fiera 20,00
Prezzo fiera 20,00 note introduttive di Potito Pedarra ed Emilio Putti

Un lungo ed insolito lavoro di ricerca sulle famiglie del compositore Ottorino Respighi e di sua moglie Elsa Olivieri Sangiacomo, che ebbero tra i loro membri importanti personaggi della vita artistica, politica, civile, militare e religiosa italiana.
La seconda parte del libro è dedicata alla storia della villa I Pini a Roma, dove i coniugi Respighi abitarono per un periodo decisivo della loro vita e di cui più nulla si era saputo.
Con questo studio – basato su centinaia di documenti inediti originali  – Verdi pone le basi per un nuovo tipo di ricerca a carattere genealogico musicale.

Primo capitolo

PARTE PRIMA

STORIA FAMILIARE DA DOCUMENTI INEDITI

 

  1. Introduzione

 

Oggetto principale della ricerca sono le famiglie di Ottorino Respighi (Respighi e Putti) e di sua moglie Elsa (Olivieri Sangiacomo e Canobbio). Si tratta di famiglie numerose che ebbero tra i loro membri importanti personaggi della vita artistica, politica, civile, militare e religiosa italiana. La narrazione si dipana tra Cortemaggiore e Bologna, città di origine dei Respighi e dei Putti, tra Genova e il Piemonte, origine degli Olivieri Sangiacomo e dei Canobbio, per giungere fino in Messico e concludersi a Roma, dove Ottorino ed Elsa Respighi si sposarono nel 1919: il centenario del matrimonio (2019) offre lo spunto per la pubblicazione di questo libro ispirato a due figure di musicisti che per il loro legame artistico-professionale,[1] hanno analogie con poche altre figure della storia della musica, ad esempio Robert Schumann e Clara Wieck.

L’obiettivo della ricerca non è tracciare le biografie dei vari personaggi citati, molti dei quali ben noti e le cui notizie possono essere tratte agevolmente da molteplici fonti, bensì ricostruire i loro legami familiari e le loro parentele in base a documenti anagrafici originali. Qualche approfondimento è talvolta dedicato a personaggi ‘minori’ o rimasti nell’ombra, che meriterebbero invece maggiore attenzione. Molte notizie sono delle vere ‘scoperte’ e sarebbero state una sorpresa anche per Ottorino ed Elsa, i quali sembrano aver avuto idee piuttosto vaghe e confuse sull’origine delle loro famiglie.

Tra i personaggi legati a Ottorino Respighi da vincoli di parentela, il posto d’onore spetta al direttore d’orchestra Arturo Toscanini: nulla si sapeva, infatti, su questo argomento; più conosciuta è la parentela con l’astronomo Lorenzo Respighi, il medico Emilio Respighi, i prelati Carlo e Pietro Respighi; poi con la famiglia del conte Annibale Ranuzzi e la famiglia dei Belvederi, fino al celebre medico Augusto Murri, al ceramista Angelo Minghetti (cugino di Marco Minghetti) e, in tempi più recenti, a Giulio Andreotti. Tra i parenti della madre di Ottorino, gli scultori Giovanni e Massimiliano Putti, i militari Cesare, Tullio ed Emilio, i medici Marcello e Vittorio Putti, la famiglia del conte Gaetano Boselli; infine i musicisti Gino Marinuzzi e Guido Guerrini (con sua figlia Vittoria celebre poetessa con lo pseudonimo di Cristina Campo).

Dalla parte di Elsa Olivieri, va messa in evidenza la parentela materna con la famiglia italo-messicana dei Canobbio, con i prelati Giuseppe e Salesio Boffito, con il musicista Angelo Francesco Lavagnino. Dal ramo paterno, le origini a Gavi della famiglia Sangiacomo e a Genova della famiglia Olivieri, di cui si ricordano gli importanti incarichi politici e amministrativi: Leopoldo Olivieri console di Sardegna a Tolone, Giuseppe Crocco segretario generale della Prefettura di Montenotte in epoca napoleonica, Antonio Crocco, presidente della Società Storica Ligure. Si tratta di una famiglia di primo piano, con personalità di rilievo dal Settecento al Novecento e altre parentele illustri come quella con il fisico Edoardo Amaldi e l’industriale Angelo Salmoiraghi.

La complessità dei rapporti e dei collegamenti rende la narrazione talvolta erratica tra una diramazione e l’altra delle famiglie, sia in senso diacronico sia sincronico. La ricerca genealogica si svolge necessariamente su piani temporali diversi e tocca anche al lettore ricostruire il contesto, inquadrandone gli elementi nella corretta dimensione spazio-temporale. Come nei film biografici, nei quali spesso si ricorre alla tecnica del flashback, così nel racconto di grandi famiglie è inevitabile ricorrere ad una tecnica narrativa simile. In questa prospettiva il libro potrebbe essere letto in maniera non lineare, come una sorta di dizionario enciclopedico dal quale trarre le informazioni che più interessano di volta in volta. La vastità dell’argomento, comprendente circa due secoli e mezzo, non consente di approfondire tutte le vicende, bensì di soffermarsi qua e là su singoli eventi emblematici e significativi, talvolta oscuri o ingiustamente dimenticati. Per questo non sorprenda se si tralasciano argomenti rilevanti ma più conosciuti a favore di dettagli inediti. Nella ricostruzione genealogica, man mano che ci sia allontana dai rami principali della famiglia, i dati saranno sempre più generici, soprattutto per quanto riguarda i familiari attinenti, cioè tutte le persone collegate genealogicamente mediante un vincolo matrimoniale. In teoria, tutti potrebbero essere collegati per parentela attinente e ogni albero genealogico potrebbe essere infinito.

Le tavole genealogiche poste in appendice sono indispensabili per ricomporre il quadro generale, così come l’elenco di circa quattrocento documenti provenienti da almeno trenta archivi. Molti dei dati ivi riportati sono inediti e vanno ad integrare e correggere errori e inesattezze talvolta tramandati. Certamente vi sono ancora molte lacune da colmare e, come inevitabile, qualche imprecisione potrà essere evidenziata e corretta. Nelle tavole genealogiche sono riportati soltanto il primo o il doppio nome delle persone (tranne in alcuni casi), evitando liste lunghissime derivate dagli atti di battesimo che a volte comprendono fino a dodici nomi.[2] Nei documenti anagrafici, la varietà dei doppi o tripli nomi simili, con la consuetudine a modificarli rispetto all’atto di nascita, le inversioni di due stessi nomi, omonimie parziali tra fratelli, morti premature con ripetizioni di nomi e piccole varianti, sostituzioni, cambiamenti, errori di trascrizione o storpiature, tutto ciò rende talvolta difficoltoso individuare a quale persona corrisponda un certo documento. Le tavole genealogiche non possono essere complete, sia per motivi di spazio sia di opportunità, evidenziando soprattutto i personaggi più direttamente collegati alle vicende narrate; la scelta di sottolineare certuni è puramente soggettiva e non intende stabilire alcuna gerarchia. Particolare attenzione è stata rivolta nell’identificare date e luoghi precisi degli avvenimenti, nonché le abitazioni bolognesi dei protagonisti, in base soprattutto agli Stati delle anime delle parrocchie, ai fogli anagrafici comunali. Le lapidi funerarie a volte sono l’unico modo per risalire alle date di nascita e di morte di certi personaggi, anche se non di rado possono essere successive di uno o due giorni agli eventi, riferendosi alle date di battesimo e di sepoltura.

La seconda parte del libro, dedicata alla storia della villa “I Pini” a Roma, dove i coniugi Respighi abitarono per un periodo non lungo ma decisivo, ha offerto infine l’occasione per altri approfondimenti biografici e documentari.

 

[1] Tanto da firmarsi talvolta scherzosamente “Elsotto” nella corrispondenza, si veda Italcable 1.1.1936 a Guido Valcarenghi, Milano, Archivio Ricordi.

[2] Ad esempio Bologna, 9 febbraio 1883: battesimo di Carolina Maria Ignazia Francesca Gasperina Vittoria Appolonia Ginevra Giuseppina Elena Giovanna Margarita Respighi. Oppure, 16 marzo 1885: battesimo di Filippo, Giacomo, Giuseppe, Zaverio, Giacinto, Francesco di Paola, Ignazio, Melchiorre, Luigi, Maria, Pietro Respighi. In certi casi l’elenco dei nomi dell’atto di battesimo è diverso rispetto all’elenco dello stato civile, come anche i padrini di battesimo non corrispondono quasi mai ai testimoni dello stato civile.

  

  1. Origine della famiglia Respighi

 

Respighi è un cognome non molto comune, originario di Cortemaggiore in provincia di Piacenza. Dai capostipiti Tomaso e Rosa Respighi nacquero all’inizio del Settecento numerosi figli, tra cui Pietro Antonio (Cortemaggiore 1711-1783);[3] questi ebbe a sua volta otto figli da Anna Maria Papa, tra cui Lorenzo Respighi (Cortemaggiore 1743-1817).[4] Lorenzo, “mercante”, si sposò con Maria Avogadri (Fiorenzuola 1747-Cortemaggiore 1788) ed ebbe ben quattordici figli, tra cui Luigi (1771-1835), Gaetano (1773-1817), Giuseppe Antonio (1775), Pietro (1785-1826) e Giuseppe Lorenzo (1776);[5] un altro figlio, Alessandro (1779-1846), scenografo e scultore, fu personaggio in vista nella Cortemaggiore di inizio Ottocento.[6] Benché decimata da un’altissima mortalità infantile, la famiglia ebbe vasta discendenza.

 

[3]Anno D.ni Mill.mo Septingent.mo undecimo, die Juniis vig.ma nona [...] infantem heri mane natum ex Thomas, et Rosa Jugalibus de Respighis, cui nomen imposuit Petrus Antonius. Patrini Bartolomeus de Guglielmi vir mediolanensis habitator huius Parochiae et Margariuta filia Francisci de Pappis pariter hujus Parochiae”. Battesimo Pietro Antonio Respighi, Cortemaggiore, Collegiata, 1711, VI, 30, n. 56.

[4]Anno D.ni Mill.mo Septingent.mo quad.mo 3°, die Augusti 20. [...] infantem hodie natum ex Petro Respighi, et Anna M.a Papa jugalis, cui nomen imposuit Laurentius Antonius M.a. P. D. Octavius Balinovi huius Parochiae”. Battesimo Lorenzo Respighi, Cortemaggiore, Collegiata, 1743, VII, 73, n. 82

[5] I documenti sono conservati nell’Archivio della Basilica di Santa Maria delle Grazie e San Lorenzo, già Collegiata di Cortemaggiore poi, dal 1806, anche nell’ Archivio storico del Comune di Cortemaggiore. Ringrazio Romolo Dalle Donne e Daniela Mondoni per l’assistenza durante la ricerca. Infine l’Archivio Storico Comunale di Parma conserva tutti i registri dello Stato Civile dal 1806 (anno dell’istituzione del servizio) fino a tutto l’anno 1915.

[6] Di lui si ricorda una Veduta della Magnifica Chiesa Collegiata di Cortemaggiore in occasione che nel giorno 2 dicembre 1818 accompagnata dalla sua Corte, dalle Autorità e Consiglieri Municipali vi entrò Sua Maestà la Principessa Imperiale Maria Luigia, Arciduchessa d’Austria, Duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla (1823). Si veda Giovanni Ferrari, La singolare storia di Cortemaggiore, Tipleco, Piacenza, 1986, p. 23.

Specifiche

  • Pagine: 312
  • Anno Pubblicazione: 2020
  • Formato: 17x24
  • Isbn: 9788896988657
  • Prezzo copertina: 25,00

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