La musica ha rappresentato un elemento costitutivo del linguaggio politico italiano. Ciò è avvenuto sia nella fase in cui tale linguaggio era assai indefinito, privo di sedi istituzionali e di luoghi pubblici in cui esprimersi in maniera coerente ed esplicita, e dunque per buona parte dell’Ottocento, sia nelle successive fasi novecentesche, quando quel linguaggio è stato attraversato e connotato dai forti vincoli dell’ideologia.
Questo libro prova a raccontare, in forma di sintesi, alcune tappe di una storia decisamente molto affascinante proprio per le sue contraddizioni e per l’effetto, “distorto”, che ha prodotto sugli italiani; lo fa muovendosi sul filo di una lettura dei fenomeni culturali piuttosto che su quello della storia sociale, evitando con cura qualsiasi quantificazione numerica.
Alessandro Volpi è docente di Storia contemporanea e di Geografia politica ed economica presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Pisa. Ha pubblicato una quindicina di monografie dedicate alla cultura politica dell’Ottocento e alle tematiche della storia economica.