«Commissario, quando parla così è perché ha in mente qualcosa…»
Poggioli esitò un attimo prima
di completare la frase.
«O meglio, se posso azzardare, qualcuno…»
Modena, primavera 1936.
La bellezza femminile ha molte forme e declinazioni, ma una cosa accomuna tutte le belle donne: non si dimenticano facilmente. Quando Azzurra entra nel piccolo commissariato di Santa Caterina, seguita solo da una scia impalpabile di profumo, il brigadiere Clemente Poggioli si accorge immediatamente di assistere a un’apparizione del tutto eccezionale, e lo strano comportamento del commissario Dallari non fa che confermargli questo sospetto. Ma poi l’incalzare delle quotidiane incombenze, non ultimo il ritrovamento di un corpo senza testa, sembrano relegare sullo sfondo la misteriosa figura femminile, svanita nel nulla insieme all’aroma del suo prezioso tabacco egiziano.
A meno che…
Una Modena fascistissima, impegnata nei preparativi per l’inaugurazione del nuovo stadio cittadino, fa da sfondo a questa vicenda in cui si intrecciano i destini di un’umanità varia e imprevedibile: calciatori, donne fatali, sigaraie, pittori, giardinieri, medici e funzionari di partito, tante storie che paiono ostinarsi a confluire in quell’unica stanza, l’ufficio del commissario Eleuterio Dallari. Storie lontane, eppure legate da un’unica traccia, esile come un filo di fumo.