Alla scoperta del fungo più divertente da cercare. Ricette, curiosità e una breve e ironica indicazione delle tipologie di fungaioli più caratteristici. Contiene un racconto originale dedicato al fungo... e per finire... la ricetta per fare il liquore di funghi!
Primo capitoloNon si va a funghi...
A funghi vanno in tanti, qualcuno per piacere, altri per denaro.
Non vogliamo discutere sulle motivazioni ma c’è parecchio da dire sui modi.
L’incapace fortunato.
È quello che di funghi non sa assolutamente nulla, a parte che li gradisce molto quando se li trova nel piatto. Capita che un giorno, durante una passeggiata più o meno pretestuosa, sia colto da ispirazione sovrumana e infili un viottolo quasi invisibile. Ed ecco il miracolo! Decine di funghi che sembravano aspettare soltanto lui. Come in preda alla febbre dell’oro, l’incapace fortunato raccoglie tutto quello che vede e caccia il bottino in un’orrida busta di plastica. Magari anche in una maglietta, se non ha proprio altro. Raccoglie, pigia, raccoglie, pigia... Poi ferma il primo abitante del luogo che abbia un’aria sufficientemente esperta e gli mostra il suo tesoro: una poltiglia informe e spesso velenosa, buona solo per essere buttata nei bidoni dell’umido.
L’iracondo guastatore.
Distingue a colpo sicuro i funghi pregiati, come porcini e finferli, e tende a ignorare gli altri. Peggio: li ritiene colpevoli di qualunque bassezza. Tipo fargli perdere tempo, spingendolo a chinarsi verso il terreno, dopo aver alimentato la fiammella della speranza. E allora vituperare ad alta voce non basta, deve prendersi la sua vendetta. Se ce li ha tra le mani, li lancia nel primo dirupo. Se vuole sentirsi più furbo li falcia col bastone senza raccoglierli. Se il piccolo nazi-skin che gli abita dentro si fa vivo, li timbra schiacciandoli con gli scarponi nuovi... E vuoi che perda l’occasione di far vedere come si segna un goal?
Lo stalker invidioso.
Qualche esperienza come raccoglitore di funghi se l’è fatta, ma non gli basta. Che sono i pur splendidi funghi di collina, a confronto, per esempio, di quelli alpini? Se l’esperienza si rivela avara di risultati, e regala giusto quella mezza dozzina di pezzi dopo ore e ore di fatica, di camminamenti da alpino che conduce i muli, di piogge improvvise e violente, qualora incontri un cercatore del posto gli s’incolla alle calcagna, e tanto più questi cercherà di mostrarsi indifferente, tanto più lo stalker si protenderà in avanti, nel tentativo di scrutare nel cestino.
L’antipatico informato.
A casa sua, nella libreria, ha una serie infinita di libri sui funghi. Tutti belli, tutti illustrati... Dove ci sono i nomi latini, nomi volgari e nomi dialettali che lui, naturalmente, conosce a menadito. Sua moglie raccoglie ricette sui funghi, alcune le impara anche a memoria. Camminano insieme nei boschi, vagheggiando di trasferirsi, un giorno. E intanto raccolgono, precisi come cecchini, senza dimenticare un anfratto, una radice nodosa, un viottolo abbandonato dalla notte dei tempi. Se ne vanno carichi come muli, l’aria quasi da martire, sottolineando a chiunque abbia la ventura d’incontrarli che non lo fanno per i soldi: loro non hanno bisogno di mettersi a vendere. Amano così tanto la natura da doverne portare a casa un quintale.
Il bracconiere.
Il bracconiere è una creatura temibile e profondamente organizzata. Nel suo andar per funghi conta solo il risultato. È uno stakanovista, che prova piacere nella fatica produttiva. Arriva al limitare del bosco a sera tarda e dorme in macchina, ma poche ore: al primo chiarore, dotato di torcia elettrica degna di un incursore, effettua la prima raccolta. Prosegue poi per tutto il giorno, svuotando i cestini nel baule. In certi casi nasconde le borse piene lungo il sentiero, contrassegnando i punti esatti per favorirne il ritrovamento. Se si sente sufficientemente al sicuro, non esita a utilizzare anche la borsina di rete, le tasche, un fazzoletto di stoffa coi capi annodati. Raccoglie solo porcini, visto che il suo è un interesse puramente economico, e può arrivare a trasportare fino a ¼ del proprio peso. La sua ansia famelica si placa solo a fronte del riempimento di almeno una cassetta. Tornando a casa, sempre e solo quando fa buio, pensa a come utilizzerà quei 300-400 euro che è riuscito a mettere insieme.