Il libro va letto come una matrioska di storie. Due sono le linee narrative che corrono parallele: quella reale del protagonista Giorgio (bambino di sei anni) e quella della favola che il nonno di Giorgio gli racconta. La favola raccontata dal nonno è una metafora della realtà: il principe che decide di fuggire alle sue responsabilità non è altri che lo stesso Giorgio che si rifiuta di imparare a leggere. Il nonno muore senza però che la storia abbia una conclusione. Convinto che il finale sia custodito all’interno di uno dei libri della biblioteca del nonno, Giorgio impara a leggere per poter scoprire lo sviluppo della vicenda (obiettivo che lo porterà anche al superamento del lutto). Scoprirà in realtà che quelle del nonno erano tutte favole inventate a partire dalle trame riportate nei libri e decide perciò di cambiare il destino del principe della favola riscrivendo lui stesso il finale, proprio come aveva fatto nella vita reale imparando a leggere.