Per anni la vittoria degli Alleati in Sicilia, denominata “Operazione Husky”, è stata attribuita non alla loro superiorità numerica, ma alla viltà e all’incapacità dei militari italiani preposti alla difesa dell’Isola.
Attraverso l’analisi dei numerosi episodi, emerge, invece, quanto dura e accanita fu la resistenza dei soldati italiani, soprattutto in alcune zone, e quanto isolati, seppur consistenti, furono gli episodi di sbandamento e defezione.
La campagna durò ben 38 giorni, un risultato che non è stato del tutto apprezzato e che non prevedevano neppure i comandanti alleati. Il comandante Alexander, infatti, aveva
calcolato di concludere l’operazione in 10 o 15 giorni, mentre Eisenhower pensava a poco più di una settimana.
Grazie all’appassionata ricerca dell’Autore presso l’Archivio e la Biblioteca dell SME, sono emersi gli innumerevoli episodi di valore di singoli uomini e di interi reparti che si sono
sacrificati per difendere la propria posizione, mantenendo fede al giuramento fatto, pur sapendo ormai, di combattere una guerra già persa.
Le testimonianze tratte da importanti testi, insieme a quella dell’allora sottotenente dell’artiglieria Manlio Siddi e quella, lasciataci scritta su un diario, dall’allora sottotenente dei carristi Litterio Villari, rendono più reale il racconto di alcuni drammatici combattimenti. A tutto ciò si aggiungono le inedite testimonianze di Giuseppa Ferrari e Giuseppa Crisafulli, due anziane signore all’epoca molto giovani, da cui emerge la dura realtà della vita quotidiana tra la fame e i bombardamenti, la paura e la speranza di un ritorno alla normalità.
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