Le parole di Roberto Alperoli sono immagini che ci attraversano: i suoi cieli, i suoi campi desolati o in fiore, le sue case col padre sempre sullo sfondo, o in primo piano, imponente, prima grande e poi divenuto piccino, quasi figlio, e il correre delle nuvole, in cui cercare traccia della madre amata e perduta. Tutto è immagine, tutto in lui è pittura, cinema, ma anche tutto è avvolta dalla musica.
Ci accompagnano le parole poetiche nel labirinto della sua psiche, ma non ci si perde: si segue con trepidazione la strada, perché la nostalgia non ci strappi lontano.
Ma no, basta seguirlo con lui il cammino; c’é il filo forte, a volte impercettibile ma a suo modo implacabile, con cui avvolge il polso di noi che seguiamo. Non si può smettere per un attimo la lettura, è il fare della vita che si fa strada, il “fare anima” che dolcemente e duramente è la trama della poesia. Poiesis, cioè fare. parole precise che dicono di sentimenti, trattenuti a volte, eppure luminosi nel buio.