Un piccolo paesino adagiato sulle montagne abruzzesi diventa, insieme all’Africa meravigliosa e contraddittoria, lo scenario de “Il colore dei pensieri”, tavolozza variegata e multiforme di vite, di sogni e di culture. L’amore, su tutto, tiene le fila di una trama coinvolgente, viva e scoppiettante, ricca di colpi di scena, di nomi e di circostanze: Doralice e Alvaro, appassionati e appassionanti protagonisti del romanzo, amanti – ciascuno a modo proprio – delle parole, si ritrovano al centro di un sordido intrigo internazionale, che tinge le pagine di rosa e di noir contemporaneamente. “Il colore dei pensieri” è un romanzo dalla partitura novecentesca, che focalizza l’attenzione sull’uomo e ne evidenzia le miserie, le bassezze, le pochezze, puntando il dito contro le contraddizioni e le ingiustizie della società odierna, ma anche le potenzialità e i valori. Di grande impatto emotivo risultano i riferimenti alle grandi figure di Peppino Impastato e di Federico Caffè, presenze che rendono omaggio alla doppia anima, abruzzese e siciliana, del libro e dell’autore. La narrazione brillante e poetica è costellata, poi, da enigmi irrisolti, squarci voluti di “non detto”: dalla grottesca e divertente questione sulla materia di laurea del Cingoglossi, che diventa quasi un rompicapo, alla conclusione ad effetto, che adombra una possibile altra soluzione, e che fa del romanzo un’opera aperta, dal finale cinematografico, tutt’altro che scontato.
Primo capitolo