Il giovane cadde da cavallo e riuscì quasi per miracolo a trascinarsi sotto un albero sfuggendo alla mischia letale del combattimento. Lì un essere incappucciato gli si avvicinò, l’uomo impugnò la spada e si preparò a colpire. […] Dopo un lungo periodo, o così gli sembrò, il cavaliere si svegliò in una stanza che non aveva mai visto prima, era un luogo piccolo, strano e caotico, odorava di polvere, cose vecchie, erbe aromatiche e zuppa di verdure. Si guardò intorno sforzandosi di vedere l’ambiente circostante nonostante la vista annebbiata e man mano che essa si schiariva notò parecchi mazzetti di erbe appesi ovunque e poi pergamene, pelli, coperte e un trespolo che ospitava un corvo. […] Una donna dai lunghi capelli arruffati color ruggine gli si avvicinò e disse: «Siete sveglio! Avete dormito per un giorno intero, come va la ferita?». Il cavaliere cercò di sollevarsi sui gomiti e soffocò un grido, la strana donna scosse la testa: «Non dovreste muovervi!». L’uomo grugnì infastidito, non era certo la ferita a preoccuparlo. […]