Stella ed Edward sono due perfetti opposti, legati da una forte amicizia e una chimica inspiegabile. Dove li porterà il tempo?
Riusciranno a realizzare i propri sogni pur restando vicini? Il destino è già scritto, ma loro due saranno in grado di cambiarlo?
I due protagonisti non hanno ancora tutte le risposte, ma nonostante ciò continuano a cercare un luogo dove, insieme, potranno sentirsi sempre a casa.
Primo capitoloAl primo trimestre del secondo anno di liceo, mi iscrissi al corso di geografia, perché avevo voglia di scoprire il mondo che si celava al di fuori di Beverly Hills e, a 16 anni, non avendo la possibilità di lasciare tutto e viaggiare, mi sembrava la soluzione migliore. Non avevo mai avuto problemi nel socializzare con nuovi compagni di classe, dato il mio carattere estroverso, eppure a lezione mi sentivo sempre un pesce fuor d’acqua, così piccolo e solo in un enorme oceano. Il primo giorno di scuola arrivai con qualche minuto di ritardo, ma entrata in aula, costatai che c’era un’enorme confusione a causa delle diverse voci che si sovrapponevano, quindi pensai che nessuno l’avesse notato. Non persi tempo nel presentarmi alla professoressa, dato che già mi conosceva. Era la mia preferita, preparatissima in materia e sempre disponibile. Di solito al liceo non ci si aspetta che sia l’insegnante ad assegnare i posti a sedere ai ragazzi, ma con lei la musica era diversa. La signorina Margaret voleva che tra di noi socializzassimo, del resto eravamo lì per conoscere il “Mondo”, ma come potevamo riuscirci se prima non ci presentavamo tra di noi? A molti questa scelta non piacque e dopo nemmeno una settimana di lezione cambiarono corso. Rimanemmo solo in quindici, ossia la metà. La professoressa mi assegnò il posto vicino ad Edward Kels, all’epoca un perfetto sconosciuto. Fu in quella classe che conobbi anche Henry, Gracie e Brenda, anche loro degli estranei. A sedici anni non avrei mai pensato, che il posto nel mondo che cercavo al di fuori della mia città, in realtà l’avrei trovato proprio lì e con quei ragazzini al mio fianco. Alcune persone devono soltanto parlare per capire che semplicemente sono destinate a conoscersi. I primi giorni io ed Edward non parlammo molto, ci presentammo a mala pena. Più che altro ci studiavamo a vicenda, creando una sorta di gioco di sguardi. Non era questione di timidezza, a noi le parole non servivano. Ci bastava osservarci per capire le nostre abitudini e i nostri modi di fare. Questa comunicazione non verbale funzionò finché la signorina Margaret ci assegnò un compito da svolgere insieme.